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Viaggi aerei
07 Giugno 2025 - 15:30
Dodici anni di trattative, decine di compromessi e migliaia di reclami dopo, l’Unione Europea prova a scrivere un nuovo capitolo per i diritti dei passeggeri aerei. Il Consiglio Trasporti ha approvato una riforma attesa da tempo che, se supererà il vaglio del Parlamento entro fine anno, promette di cambiare le regole per chi vola in Europa. Ma non tutti applaudono: se da un lato arrivano norme più chiare e trasparenti, dall’altro i rimborsi diventano meno accessibili.
Uno zaino o una piccola valigia sotto il sedile: sarà questo il nuovo standard gratuito per volare in Europa. Fine delle pratiche opache e dei supplementi a sorpresa. Ma attenzione: il trolley in cappelliera, anche se pesa meno di 10 kg, continuerà a costare. Un compromesso tra chiarezza e business, che favorisce il passeggero... solo a metà.
Il punto più controverso della riforma riguarda i risarcimenti per ritardi. Il vecchio Regolamento 261/2004 prevedeva compensazioni già a partire da 3 ore di attesa. Con le nuove norme, il passeggero riceverà:
300 euro per voli intra-UE o sotto i 3.500 km con oltre 4 ore di ritardo,
500 euro per tratte intercontinentali dopo almeno 6 ore.
Per Airlines for Europe – che rappresenta le compagnie – si tratta di una scelta di “sostenibilità economica”. Per le associazioni dei consumatori, è una retromarcia.
In caso di cancellazione, le compagnie dovranno offrire un’alternativa entro 3 ore. Se non ci riescono, il passeggero potrà arrangiarsi e ottenere un rimborso fino al 400% del costo del biglietto. Una misura pensata per scoraggiare disservizi e responsabilizzare le compagnie, che finora hanno spesso lasciato i passeggeri in balia del caos aeroportuale.
Il nuovo testo stabilisce anche tempistiche precise per i reclami:
6 mesi per presentare la richiesta dopo un disservizio,
14 giorni per ottenere una risposta da parte della compagnia.
Nessuna zona grigia, almeno sulla carta. E per la prima volta sarà obbligatorio informare il passeggero dei propri diritti fin dalla prenotazione.
Un altro punto chiave riguarda i ritardi sulla pista: dopo tre ore chiusi in aereo, le compagnie saranno obbligate a fornire acqua, cibo e, se la partenza non è imminente, far scendere i passeggeri. Una norma che nasce dopo i casi emblematici – e spesso umilianti – vissuti negli aeroporti europei, da Heathrow a Fiumicino.
Dietro il linguaggio rassicurante della “tutela dei passeggeri”, alcuni osservatori leggono una riforma in chiaroscuro. I diritti diventano più facili da esercitare, ma le soglie per accedervi si alzano. Il rischio? Più trasparenza, meno giustizia.
E mentre il Parlamento Ue si prepara all’ultima parola, la sensazione è che a volare più alto siano soprattutto le esigenze delle compagnie.
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