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Lively vs Baldoni

Caso Lively vs Baldoni: secondo un avvocato di Los Angeles, "il caso è tutt’altro che concluso"

Nonostante la respinta delle controquerele di Baldoni, il giudice gli concede di riformulare due accuse

Caso Lively vs Baldoni: secondo un avvocato di Los Angeles, "il caso è tutt’altro che concluso"

La battaglia legale tra Blake Lively e Justin Baldoni è tutt’altro che chiusa. Nonostante un'importante vittoria processuale per l'attrice nei giorni scorsi, il caso giudiziario che li vede contrapposti continua a far discutere. Lo afferma l’avvocato Gregory Doll, partner dello studio Doll Amir & Eley di Los Angeles, che pur non essendo coinvolto direttamente nel caso, ha offerto una sua lettura professionale alla rivista PEOPLE.

"Ci sono ancora molti aspetti da affrontare nei procedimenti di primo grado, inclusi emendamenti agli atti", ha dichiarato Doll. "Come sanno tutti i litiganti, a volte si vince tutto in tribunale solo per vedere la sentenza ribaltata in appello".

Il 9 giugno scorso, il giudice Lewis J. Liman ha respinto il maxi-controquerela da 400 milioni di dollari intentata da Baldoni contro Lively, suo marito Ryan Reynolds e la loro addetta stampa Leslie Sloane, così come la causa per diffamazione da 250 milioni contro il New York Times. Il caso era iniziato a dicembre, quando Lively aveva accusato Baldoni di molestie sessuali e ritorsione – accuse che l’attore nega.

Nonostante le pesanti richieste di risarcimento siano state archiviate, il giudice ha concesso a Baldoni la possibilità di riformulare due accuse entro il 23 giugno: una per violazione del patto implicito di buona fede contrattuale e un'altra per interferenza illecita con contratto.

Il team legale di Lively ha definito la decisione del giudice "una vittoria totale e una piena rivendicazione", mentre l’attrice ha commentato su Instagram parlando di causa “sconfitta”, collegando il post a diverse organizzazioni per i diritti delle donne.

Ma secondo Doll, "la decisione è sicuramente un duro colpo per Baldoni, ma il caso è tutt’altro che concluso. Da avvocato ho imparato molte volte che non bisogna mai festeggiare troppo presto".

Il giorno successivo, l’avvocato di Baldoni, Bryan Freedman, ha dichiarato che "la prevedibile dichiarazione di vittoria da parte del team di Lively è falsa". E ha aggiunto: "Le accuse di Lively non sono più vere oggi di quanto lo fossero ieri. Abbiamo i fatti dalla nostra parte e proseguiamo con la stessa fiducia di quando tutto è iniziato. Attendiamo con interesse la sua prossima deposizione, che condurrò personalmente".

Doll prevede che la causa, come la maggior parte dei procedimenti civili, potrebbe concludersi con un accordo extragiudiziale. “Era una possibilità concreta prima di questa decisione e lo resta anche adesso”, ha spiegato. “È chiaro che Lively ora ha un maggiore margine negoziale, ma Baldoni risponderà, modificando la sua denuncia per rafforzare le accuse residue”.

Uno dei capi di accusa che Baldoni potrà ripresentare riguarda presunte pressioni esercitate da Lively e Reynolds, clienti dell’agenzia WME, affinché quest’ultima tagliasse i rapporti con Baldoni. (WME ha negato ogni coinvolgimento). L’altro punto riguarda il contratto tra Lively e la casa di produzione Wayfarer Studios per il film It Ends With Us, secondo cui l’attrice avrebbe avuto potere consultivo sul progetto, ma non lo avrebbe esercitato “in buona fede”.

Dopo la presentazione degli emendamenti, spiega ancora Doll, è molto probabile che il team legale di Lively presenti una nuova mozione di rigetto.

Quanto alla causa intentata da Baldoni contro il New York Times, Doll la definisce "più una mossa di pubbliche relazioni che una vera strategia legale": "Dubito che la sua squadra pensasse davvero di poter vincere".

Un eventuale appello sarà possibile solo dopo il processo, che è attualmente fissato per marzo 2026.

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