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17 Giugno 2025 - 13:55
Un volo di quasi 7.000 chilometri, dall’Europa occidentale alla costa sudamericana, passando per l’Africa e attraversando l’Atlantico in meno di un mese. Non è il resoconto di un aereo, ma quello di una farfalla lunga appena cinque centimetri: la Vanessa cardui, nota anche come "farfalla del cardo".
Un’impresa che sembrava impossibile, ma che oggi è stata documentata grazie a un’indagine scientifica durata oltre un decennio e culminata in uno studio pubblicato su Nature Communications.
Tutto comincia circa dieci anni fa, quando Gerard Talavera, entomologo e biologo evolutivo presso l’Istituto Botanico di Barcellona e National Geographic Explorer, si trovava in Guyana francese. Era l’ultimo giorno di ricerca su una spiaggia remota, quando vide qualcosa che non poteva credere: «Era una Vanessa del cardo», racconta Talavera. E non era sola: altre nove farfalle, con le ali rovinate ma ancora capaci di volare, si muovevano intorno a lui.
Ma come avevano fatto a trovarsi lì, a migliaia di chilometri dalla loro area di distribuzione nota, e al di fuori delle rotte migratorie conosciute?
La risposta è arrivata solo oggi, grazie a un approccio multidisciplinare che ha combinato modelli dei venti, analisi del DNA, studi su pollini e isotopi. Gli scienziati hanno ricostruito un viaggio straordinario: le farfalle si sarebbero schiuse in Europa occidentale (tra Regno Unito, Irlanda, Francia e Portogallo), avrebbero raggiunto l'Africa occidentale (Mali, Senegal, Guinea-Bissau), per poi attraversare l’Oceano Atlantico in una migrazione spinta da correnti favorevoli.
Uno degli indizi chiave è arrivato dallo studio del polline attaccato alle ali delle farfalle trovate in Sud America. Tra le decine di specie vegetali identificate, due — Guiera senegalensis e Ziziphus spina-christi — fioriscono solo alla fine della stagione delle piogge in Africa occidentale, indicando chiaramente il passaggio da quella regione.
L’analisi degli isotopi di idrogeno e stronzio ha ulteriormente confermato l’origine europea degli esemplari, permettendo agli scienziati di escludere il Nord America come punto di partenza.
La Vanessa cardui non era mai stata documentata in voli superiori agli 800 chilometri in assenza di vento. Eppure, secondo lo studio, sfruttando le correnti e alternando il battito d’ali al planare — come fanno le farfalle monarca — queste piccole migratrici avrebbero attraversato l’oceano in cinque-otto giorni.
«Per la maggior parte degli insetti, l’acqua salata è letale», osserva Jessica Ware, entomologa che non ha partecipato alla ricerca. «Questa scoperta dimostra che ci sono migrazioni che sfuggono completamente alla nostra osservazione».
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