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Lo studio

Pedalare contro l’Alzheimer: la bicicletta riduce il rischio di demenza fino al 40%

Oltre 479.000 partecipanti con un’età media di 56 anni, monitorati per 13 anni

Pedalare contro l’Alzheimer: la bicicletta riduce il rischio di demenza fino al 40%

Pedalare non fa solo bene al cuore e all’ambiente: secondo uno studio pubblicato su JAMA Network Open, usare regolarmente la bicicletta riduce sensibilmente il rischio di sviluppare demenza e morbo di Alzheimer, la forma più comune e devastante della malattia neurodegenerativa. Ma i benefici vanno oltre: il ciclismo sarebbe associato anche a un aumento del volume dell’ippocampo, la regione cerebrale che governa memoria, apprendimento ed emozioni.

La notizia, che potrebbe rappresentare una svolta per la prevenzione cognitiva, arriva da un ampio studio internazionale coordinato dal professor Cunpeng Hou della Huazhong University of Science and Technology di Wuhan, in collaborazione con ricercatori australiani dell’Università di Sydney. I dati analizzati provengono dalla UK Biobank e includono le informazioni sanitarie e comportamentali di oltre 479.000 partecipanti con un’età media di 56 anni, monitorati per 13 anni.

Durante il periodo di osservazione sono stati registrati 8.845 casi di demenza e 3.956 casi di Alzheimer. Gli studiosi hanno classificato i partecipanti in base al loro metodo abituale di spostamento: non attivi (auto o mezzi pubblici), camminatori, utenti misti e ciclisti. Il risultato? Chi si sposta in bicicletta ha mostrato un rischio di demenza inferiore del 20%, che arriva al 22% in meno per l’Alzheimer, 40% per le forme precoci (YOD) e 17% per quelle tardive (LOD).

Ma c’è di più: l’attività ciclistica si è rivelata associata a un aumento significativo del volume dell’ippocampo, un dato cruciale dato che questa area del cervello è tra le prime a deteriorarsi nei pazienti con Alzheimer. Un effetto positivo riscontrato anche nei soggetti geneticamente predisposti, portatori della variante Apoe4, nota per aumentare il rischio di malattia.

Gli autori dello studio sottolineano che i meccanismi benefici del ciclismo potrebbero essere molteplici: non solo attività fisica, ma anche allenamento mentale, esposizione all’aria aperta, miglioramento della circolazione cerebrale e stimolazione sensoriale e cognitiva durante la guida. In sintesi, pedalare non è soltanto uno stile di vita sano, ma potrebbe diventare una strategia di prevenzione attiva contro l’invecchiamento cerebrale.

Una notizia che riguarda da vicino milioni di persone: secondo il sistema di sorveglianza Passi dell’Istituto Superiore di Sanità, 4 italiani su 10 hanno usato la bicicletta per lavoro, studio o tempo libero nel biennio 2022-2023. La bicicletta, insomma, si conferma una scelta sostenibile non solo per l’ambiente, ma anche per la mente.

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