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Cinema e TV
23 Giugno 2025 - 14:00
A maggio, durante il 78° Festival di Cannes, sul tappetto rosso della Croisette era apparso un ospite totalmente inatteso: l'ex Flash Ezra Miller, presente per sostenere la regista Lynne Ramsay durante la premiere del suo nuovo film Die, My Love. Vestito in smoking color borgogna con basco, Miller ha attraversato la passerella silenzioso e veloce, evitando le interviste e i riflettori, ma evidenziando una volontà chiara: esserci senza essere al centro dello spettacolo.
Miller è poi riapparso la scorsa settimana a Cagliari, in occasione del Filming Italy Sardegna Festival 2025, dove ha deciso di aprirsi e raccontarsi, spiegando il suo ritorno: «Non è facile tornare dopo anni di ritiro e terapia… ma me lo ha chiesto Lynne Ramsay, e io ci sono sempre». La regista, con cui aveva lavorato in E ora parliamo di Kevin, lo ha coinvolto in un nuovo progetto che li vede co-sceneggiatori. «La solitudine mi ha fatto bene, ho scritto molto», ha raccontato. Sul palco ha dedicato un premio al suo terapeuta, riconoscendo i propri errori: «Ho fatto cose terribili, cercavo amore con superficialità e questo mi ha distrutto». Ha parlato della guarigione come gesto d’amore verso sé stessi e ha rivendicato l’importanza dell’autenticità, anche nella recitazione: «Cerco la magia nel processo, non nel risultato».
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Gli ultimi anni, infatti, non sono stati gentili con Miller. Nel 2020 un video lo ha ritratto mentre aggredisce una donna in un bar a Reykjavík, in Islanda.
Nel marzo 2022 arrivò una denuncia da due residenti delle Hawaii per molestie e disordine pubblico, seguita un mese dopo dall’arresto per aver scagliato una sedia contro una donna, provocandole una ferita alla fronte.
L’estate del 2022 portò accuse ancora più gravi: avrebbe avuto comportamenti manipolativi nei confronti della giovane attivista Tokata Iron Eyes, accusato di grooming e abuso psicologico; infine, fu incriminato nel Vermont per effrazione e furto di alcol in una casa privata. La sua immagine pubblica ne uscì gravemente danneggiata e, considerando che tutto questo accadeva a ridosso dell’uscita di The Flash, la situazione era a dir poco esplosiva. Lo studio e il pubblico si trovarono spiazzati, divisi tra la volontà di sostenere il film e l’impossibilità di ignorare le sue azioni. Per Miller, il confine tra la crisi personale e il crollo mediatico si era ormai annullato, segnando uno dei momenti più bui della sua carriera.
Verso la fine dell’estate 2022, Miller rilasciò una dichiarazione a Variety: «Ho attraversato un periodo di crisi intensa… soffro di complessi problemi di salute mentale e ho iniziato un percorso di cura», aggiungendo scuse pubbliche per il loro comportamento.
Nel gennaio 2023 patteggiò accuse di violazione di domicilio in Vermont, ottenendo una condanna con sospensione, multe e obbligo di trattamenti terapeutici. Anche il regista Andy Muschietti confermò che Miller stava seguendo un percorso di recupero, manifestando riconoscenza verso il cast della saga di The Flash.
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La parabola di Ezra Miller resta una delle più controverse e discusse di Hollywood. Dal successo precoce all’abisso mediatico, il loro percorso ha attraversato crisi personali, scandali pubblici e un lento, incerto ritorno alla luce. Oggi, la sua presenza silenziosa ma determinata a Cannes e la scelta di raccontarsi a Cagliari sembrano segnare l’inizio di un nuovo capitolo — meno frenetico, più consapevole. Non è ancora chiaro quale ruolo Miller avrà nel cinema che verrà, ma il desiderio di rimettersi in gioco, stavolta con misura e profondità, lascia intravedere una possibilità: quella di una vera rinascita, dentro e fuori dallo schermo.
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