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Medicina
23 Giugno 2025 - 22:05
Nonostante un lieve calo nel 2023, l’Italia resta tra i Paesi europei con il più alto consumo di antibiotici fluorochinoloni, una categoria da tempo sotto osservazione per i gravi effetti collaterali che può causare, soprattutto a carico del sistema nervoso. A lanciare l’allerta è l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che ha diffuso una nuova guida informativa per sensibilizzare operatori sanitari e cittadini sui rischi associati a questi farmaci.
I fluorochinoloni includono principi attivi noti come ciprofloxacina, levofloxacina, moxifloxacina e lomefloxacina. Utilizzati per curare infezioni batteriche, secondo l’ultimo Rapporto OsMed, nel 2023 hanno rappresentato il 9,7% degli antibiotici consumati in Italia, un dato ancora superiore alla media europea del 6,9%. Si tratta di medicinali classificati dall’OMS nel gruppo “Watch”, ovvero molecole da usare con estrema cautela per via del loro impatto sull’antibiotico-resistenza.
Già nel 2019 l’Ema aveva imposto restrizioni sull’uso dei fluorochinoloni per i loro effetti avversi rari ma gravi e potenzialmente irreversibili, come danni muscoloscheletrici e neurologici. Nel 2024 una nuova revisione ha evidenziato reazioni ancora più serie, tra cui ansia, attacchi di panico, ideazione suicidaria, nevralgie e disturbi dell’attenzione.
L’Aifa raccomanda di evitare la prescrizione di questi antibiotici per infezioni lievi o virali, così come per la diarrea del viaggiatore o per le infezioni urinarie ricorrenti non gravi. L’uso è fortemente sconsigliato anche nei pazienti con precedenti reazioni avverse o che assumono corticosteroidi, poiché il rischio di tendiniti e rotture tendinee aumenta sensibilmente.
I medici devono informare chiaramente i pazienti dei possibili rischi e invitarli a sospendere il trattamento al primo segnale di effetti neurologici o muscolari, in particolare cambiamenti dell’umore o pensieri disturbanti. Ogni reazione va segnalata tempestivamente alla Rete nazionale di farmacovigilanza.
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