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Cronaca e celebrità
25 Giugno 2025 - 11:25
Si avvia verso la fase conclusiva il processo penale federale che vede imputato Sean “Diddy” Combs, icona dell’hip hop e fondatore della Bad Boy Records, accusato di traffico sessuale, associazione a delinquere, trasporto a fini di prostituzione e altri reati. A sorpresa, martedì la difesa ha deciso di chiudere il proprio caso senza chiamare alcun testimone, incluso lo stesso Combs, che ha scelto di non testimoniare davanti alla giuria.
“È una mia decisione, vostro onore,” ha dichiarato il 55enne Combs al giudice federale Arun Subramanian, confermando di aver discusso a lungo con il suo collegio difensivo, composto da dieci avvocati.
La mossa della difesa — durata meno di 30 minuti e culminata con la semplice presentazione di alcuni documenti — ricalca quella già vista nel recente processo di revisione per stupro a carico di Harvey Weinstein. Anche in quel caso, l’imputato e i suoi legali scelsero di non portare testimoni e di non far salire l’ex produttore sul banco. Una scelta strategica, secondo gli esperti legali, per evitare che la testimonianza aprisse la porta a interrogatori potenzialmente devastanti per la credibilità dell’imputato.
“In un processo in cui così tante persone hanno raccontato esperienze traumatiche, l’assenza di una figura pubblica come Diddy colpisce,” ha commentato Juda Engelmayer, portavoce storico di Weinstein, interpellato da Deadline. “Anche se sappiamo che l’onere della prova è a carico dell’accusa, è naturale che i giurati si chiedano: perché non si è difeso direttamente?”
Il processo si è svolto nel Tribunale Federale di Manhattan, dove per quasi un mese la giuria — composta da otto uomini e quattro donne — ha ascoltato le deposizioni di 34 testimoni dell’accusa. Tra questi, l’ex compagna Cassie Ventura, altri presunti membri dell’entourage di Combs, ex collaboratori musicali, forze dell’ordine e presunte vittime, tra cui due donne indicate con gli pseudonimi “Jane” e “Mia”.
In aula sono stati mostrati anche video, fotografie e prove fisiche degli incontri sessuali estremi — descritti come “freak-offs” — e degli episodi di presunta violenza domestica. L’ultima a testimoniare, martedì, è stata l’agente Joseph Cerciello del Dipartimento per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti.
Combs si è sempre dichiarato innocente, sia in ambito penale che nelle numerose cause civili pendenti in vari stati americani, inclusi tre nuovi procedimenti aperti a Los Angeles solo questa settimana. Tuttavia, nel novembre 2023, l’artista aveva già patteggiato con Cassie Ventura, versandole 20 milioni di dollari per evitare un processo che includeva accuse di abusi, coercizione e violenze sessuali.
I dibattimenti si chiuderanno il 26 giugno, con le arringhe finali da parte dell’accusa e della difesa. Il giudice Subramanian ha assicurato che il procedimento verrà concluso entro il 4 luglio, festa nazionale americana, anche se non è previsto un termine preciso per il verdetto della giuria.
Nel frattempo, il caso continua a catturare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media, sia per la gravità delle accuse sia per il profilo dell’imputato, un artista che ha costruito la propria carriera sull’essere sempre al centro della scena. Un dettaglio che rende ancora più eclatante il suo silenzio nel momento più delicato della sua vita.
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