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Gelato
25 Giugno 2025 - 21:00
L’estate è arrivata, ma rinfrescarsi con un gelato costa sempre di più. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori, nel solo ultimo anno i prezzi sono aumentati in media del 9%. Ma il conto è ancora più salato per i gelati confezionati: +24% per quelli a stecco, +23% per le vaschette.
Numeri che parlano chiaro. E che fanno male, soprattutto se si guarda al lungo periodo: rispetto al 2021, i costi del gelato sono cresciuti del 42%. Se il confronto risale al 2002, l’aumento tocca un +138%.
Il cono, un tempo simbolo di semplicità e accessibilità, oggi rischia di diventare un piccolo lusso.
Le cause sono diverse, ma tutte convergono verso un’unica direzione: la salita inesorabile dei costi. A incidere, come spiega il vicepresidente di Federconsumatori Fabrizio Ghidini, sono le tensioni sulle materie prime, in particolare cacao, latte e caffè, colpite da condizioni meteorologiche estreme nei Paesi produttori, come il Centro Africa.
A tutto questo si somma il caro energia, che pesa sia sulla produzione artigianale che industriale. Raffreddare, conservare e trasportare il freddo ha un prezzo. E a quanto pare, lo paghiamo tutto noi.
Shrinkflation: meno gelato, stessa confezione
Ma non finisce qui. A gonfiare il fenomeno c’è anche una pratica sempre più diffusa ma poco visibile: la shrinkflation.
"La confezione rimane la stessa, ma il peso del prodotto diminuisce", denuncia Ghidini. Una strategia definita "furba e scorretta", che penalizza il consumatore su due fronti: quantità e prezzo.
Federconsumatori lo dice chiaramente: in molti casi, l’operazione è puramente speculativa. E mentre la vaschetta resta identica sugli scaffali, il contenuto si riduce senza fare rumore.
Il gelato non è un bene essenziale, ma è anche difficile rinunciarvi. E proprio su questa soglia emotiva – più che razionale – si muovono le aziende.
"Gli alimenti hanno un andamento di crescita dei prezzi superiore ad altri beni", ricorda Ghidini. E nel caso del gelato, il margine d’azione è ampio: il consumatore è affezionato, disposto a spendere qualcosa in più, convinto che in fondo si tratti di una piccola spesa.
Piccola, sì. Ma moltiplicata per milioni di acquisti in tutta Italia, diventa un affare da oltre 4 miliardi di euro l’anno.
L’unico potere, in questo quadro, resta nelle mani di chi acquista. E il consiglio di Federconsumatori è chiaro: premiare le aziende che non adottano pratiche scorrette.
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