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Neil Druckmann lascia la produzione della serie TV di 'The Last of Us', e non è un bene

Cosa accadrà adesso senza il cuore narrativo della storia per la terza stagione?

Neil Druckmann lascia la produzione della serie TV di 'The Last of Us', e non è un bene

Una nuova “devastante” partenza, stavolta lontano dalla videocamera: Neil Druckmann, co‑showrunner di The Last of Us, lascia la serie di successo prodotta da HBO. Druckmann ha annunciato il suo ritiro dalla conduzione creativa della serie prima dell’inizio della produzione della terza stagione. L'autore, pur mantenendo i titoli di co‑creatore e produttore esecutivo, abbandonerà le mansioni di sceneggiatore e regista, lasciando a Craig Mazin la guida esclusiva del progetto.

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Chi è Neil Druckmann

Figura di spicco del mondo videoludico, Druckmann è stato il cuore narrativo di The Last of Us: co‑direttore e co‑scrittore dei due celebri videogiochi, poi co‑creatore della serie HBO, dove ha firmato episodi chiave e diretto momenti memorabili, come l’acclamato sesto episodio della seconda stagione. Attualmente ricopre il ruolo di studio head e capo creativo di Naughty Dog, impegnato nello sviluppo del nuovo gioco Intergalactic: The Heretic Prophet.

Druckmann ha dato un contributo determinante al successo sia dei videogiochi sia della serie TV:

  • Videogiochi: ha plasmato le strutture narrative emotivamente complesse che hanno fatto di The Last of Us un punto di riferimento del medium, in particolare per la scrittura potente di Part II;

  • Serie TV: co‑sceneggiatore con Mazin, ha trasferito la sensibilità originale dei giochi sullo schermo, mantenendo l’intensità emotiva e diretto alcuni episodi chiave, come “The Price”. Ha poi orchestrato le scelte narrative più audaci della seconda stagione, che hanno diviso pubblico e critica.

Cosa significa la sua uscita

L’uscita di Druckmann lascia Craig Mazin come unico showrunner per la terza stagione, e questo cambiamento porta a riflettere su diversi punti critici:

  • Rischio creativo: senza la guida dell’autore del gioco, la serie potrebbe perdere la fedeltà narrativa alla fonte, come già accaduto nella seconda stagione, accusata da molti fan di aver snaturato il personaggio principale di Ellie;

  • Focalizzazione su altri progetti: Druckmann deve dedicarsi a tempo pieno a Intergalactic e al ruolo in Naughty Dog, quindi la sua attenzione non sarà più divisa;

  • Tempi incerti: la scrittura della stagione 3 non è ancora iniziata e la produzione potrebbe slittare fino al 2027; inoltre è prevista una svolta narrativa focalizzata su Abby (Kaitlyn Dever), come era stato fatto nel videogioco ma ancora controversa fin dalla seconda stagione;

  • La mancanza di Druckmann e della co‑scrittrice Halley Gross – anch’essa uscita dal progetto – solleva dubbi su come sarà gestita la complessità emotiva e la coerenza con i giochi.

E adesso?

La partenza di Neil Druckmann segna un punto di svolta non del tutto positivo per The Last of Us su HBO. La sua cifra narrativa, riconosciuta come il cuore pulsante della prima stagione, e le scelte audaci – sebbene divisive – della seconda stagione, sono parte integrante del marchio del franchise. Senza di lui, la serie corre il rischio di perdere parte della sua autenticità e della connessione profonda con il materiale originale.

Se da un lato Craig Mazin ha già dimostrato in passato di sapersi destreggiare in storie complesse (Chernobyl), dall’altro la vera prova sarà dimostrare che The Last of Us può rimanere fedele a se stesso anche senza la presenza attiva del suo narratore principale. In attesa di vedere come verranno gestite le future scelte creative, resta una domanda: la serie riuscirà a mantenere la sua intensità drammatica e profondità emotiva, o la mano esterna di Druckmann resterà un ricordo ingombrante per la terza stagione, che la porterà alla sua rovina definitva?

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