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Cinema e TV
07 Luglio 2025 - 16:20
«Chi controlla la spezia, controlla l'universo» — e ora la spezia continua a scorrere. A Budapest è ufficialmente iniziata la produzione di Dune: Messiah, terzo capitolo del kolossal sci-fi firmato Denis Villeneuve. Dopo il successo mondiale di Dune (2021) e Dune: Parte Due (2024), la saga torna a espandersi con un nuovo attesissimo capitolo tratto dal ciclo letterario di Frank Herbert.
Le riprese sono iniziate il 7 luglio 2025 in Ungheria, negli Origo Studios di Budapest, dove già erano stati girati ampi segmenti dei film precedenti. Una scelta strategica che garantisce location scenografiche, efficienza produttiva e risorse logistiche per un film ambizioso quanto i suoi predecessori. Secondo quanto riportato, la produzione si sposterà anche in altri paesi europei e non, ma sarà Budapest il cuore operativo della prima fase.
Dune: Messiah riparte cronologicamente circa dodici anni dopo la fine del secondo film, con Paul Atreides ormai Imperatore dell’universo conosciuto, ma dilaniato dai conflitti interiori e dal peso di un jihad che ha provocato miliardi di morti in suo nome. La trama esplorerà il costo morale e personale del potere, ponendo domande scomode su fede, destino e leadership.
Il tono sarà più cupo, politico e intimista, in linea con il romanzo originale. Denis Villeneuve ha dichiarato che questo sarà il suo “capitolo finale” della saga — chiudendo idealmente un cerchio narrativo che ha ridefinito il cinema di fantascienza degli ultimi anni.
Il cast del film rivedrà i volti protagonisti dei due film precedenti tra cui Timothée Chalamet (Paul Atreides), Zendaya (Chani), Rebecca Ferguson (Lady Jessica), Javier Bardem (Stilgar), Josh Brolin (Gurney Halleck), Florence Pugh (la principessa Irulan Corrino) e Anya Taylor-Joy che ha fatto un breve cameo in Parte Due nel ruolo della misteriosa Alia Atreides, tornerà in modo più esteso. Nei romanzi, Alia è la sorella di Paul, nata con coscienza piena, e destinata a diventare una figura inquieta e potentissima.
Ma non mancheranno nuovi volti, sia confermati che ipotetici come Robert Pattinson, che, secondo i rumor, dovrebbe interpretare Scytale, mentat e maestro della manipolazione genetica, emissario dei Tleilaxu. Mentre tra i personaggi confermati ci saranno i figli gemelli di Paul e Chani, Leto II e Ghanima Atreides, (anche se nel libro Messiah è presente solo Leto II in età infantile; Ghanima compare più avanti in Children of Dune), rispettivamente interpretati da Nakoa-Wolf Momoa (figlio di Jason Momoa) e Ida Brooke.
Se i primi due film hanno raccontato la scalata al potere, Dune: Messiah esplora il peso devastante di quel potere. Paul Atreides non è più un eroe, ma un uomo schiacciato dalla divinizzazione e perseguitato dalle conseguenze del suo jihad. Tradimenti, complotti, crisi spirituali: Villeneuve ha già dichiarato che sarà il suo film più "intimo e oscuro".
Il tono si fa più teatrale e riflessivo, e la narrazione abbandona le battaglie su larga scala per immergersi nei dilemmi morali e religiosi di un imperatore che non riesce più a distinguere la fede dalla tirannia.
Con l’inizio delle riprese, si apre ufficialmente il conto alla rovescia per quello che potrebbe essere l’atto più ambizioso della saga. Dune: Messiah non sarà solo un sequel, ma una riflessione sul prezzo del potere, sull’inevitabilità del destino e sulla fragilità dell’uomo dietro il mito.
Per dirla con le parole di Paul stesso: «Non ho mai voluto essere un dio. Ma tutti mi hanno costretto a diventarlo.»
E ora, il deserto tornerà a parlare.
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