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20 Luglio 2025 - 09:35
Chi avrebbe mai pensato che un gioco potesse unire così tante persone in tutto il mondo?
Oggi, 20 luglio, si celebra la Giornata Internazionale degli Scacchi, un evento che va ben oltre il semplice passatempo. Questa data non è stata scelta a caso: nel 1924, durante gli VIII Giochi Olimpici, fu fondata a Parigi la Fédération Internationale des Échecs (FIDE), un'organizzazione che ha contribuito a diffondere la passione per gli scacchi in tutto il mondo.
Dal 2019, anche le Nazioni Unite hanno riconosciuto ufficialmente questa ricorrenza, sottolineando il valore educativo, culturale e sociale di un gioco capace di abbattere barriere geografiche, linguistiche e generazionali.
Gli scacchi affondano le loro radici in India, dove nacquero sotto il nome di chaturanga intorno al VI secolo. Da lì, attraverso la Persia e il mondo arabo, arrivarono in Europa nel Medioevo, trasformandosi nel gioco che conosciamo oggi.
Oltre ad essere un passatempo, gli scacchi sono stati per secoli una disciplina nobile, uno strumento educativo e, in molti casi, una vera e propria arte strategica.
Il gioco si svolge su una scacchiera di 64 caselle alternate tra bianche e nere. Ogni giocatore ha 16 pezzi:
8 pedoni,
2 torri,
2 cavalli,
2 alfieri,
1 regina
e 1 re.
L’obiettivo è dare scacco matto, ovvero mettere il re avversario sotto attacco senza via di fuga. Le partite si dividono in tre fasi principali: apertura, mediogioco e finale, ognuna con strategie e tattiche specifiche.
Nel panorama internazionale, alcuni Paesi si sono affermati come vere superpotenze scacchistiche. Su tutti, l’ex Unione Sovietica (oggi la Russia) ha dominato per decenni, grazie a leggende come Mikhail Botvinnik, Anatoly Karpov e Garry Kasparov.
Negli ultimi anni si sono imposti anche:
India, con il campione Viswanathan Anand, pioniere e ispirazione per una nuova generazione di giovani talenti.
Cina, che ha vinto numerose Olimpiadi degli scacchi e ha portato al titolo mondiale Ding Liren, attuale campione del mondo.
Stati Uniti, patria del leggendario Bobby Fischer, protagonista nel 1972 di uno dei duelli più iconici della storia contro il sovietico Boris Spassky.
Se si dovesse scegliere un solo nome per rappresentare gli scacchi nel mondo, sarebbe senza dubbio Garry Kasparov. Nato nel 1963 a Baku (Azerbaijan) di origini ebree ed armene, è diventato campione del mondo a 22 anni e ha mantenuto il titolo per 15 anni consecutivi. È famoso anche per la sfida contro il computer Deep Blue dell’IBM, che nel 1997 segnò l’inizio del confronto tra uomo e intelligenza artificiale nel mondo degli scacchi.
Negli ultimi anni, gli scacchi hanno conosciuto una nuova ondata di popolarità grazie a:
piattaforme online come Chess.com e Lichess,
streamer e content creator come Hikaru Nakamura,
e fenomeni culturali come la serie Netflix The Queen’s Gambit, che ha acceso la curiosità di milioni di nuovi giocatori in tutto il mondo.
Oggi si stima che oltre 600 milioni di persone giochino a scacchi regolarmente.
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