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Cinema e TV
22 Luglio 2025 - 12:35
Reset, non reboot. La parola scelta e precisata dal "padre" della Marvel Cinematic Universe nonché il suo presidente da 17 anni Kevin Feige nel presentare quelli che saranno i futuri piani della casa cinefumettistica per le prossime fasi. Nata nel 2008 con l'uscita del primo Iron Man, la MCU ha visto per quasi due decenni successi al botteghino e flop disastrosi, portando il pubblico alla titubanza su un ritorno alle emozioni originali sentite nella sala con i primi film che hanno portato il film supereroistico alla ribalta. Oggi, sembra che Feige abbia una possibile soluzione a tale insicurezza.
Non è un reboot, perché la linea narrativa non verrà cancellata. Ma è anche qualcosa di più profondo di una semplice evoluzione. Kevin Feige, in un'intervista esclusiva, ha delineato l’idea di un vero e proprio “reset narrativo” che prenderà vita a partire dai prossimi due capitoli Avengers: Doomsday (dicembre 2026) e Secret Wars (dicembre 2027). Saranno questi film a segnare la fine di un’era e l’inizio di una nuova. Un passaggio di testimone pensato con attenzione, quasi chirurgico, per rinnovare i personaggi amati — senza cancellarli.
Feige paragona il processo a quello di James Bond o Superman: personaggi eterni che, di generazione in generazione, assumono nuovi volti mantenendo intatto il cuore della loro identità.
Uno dei punti più discussi riguarda proprio il futuro degli Avengers “OG”. Dopo anni di speculazioni, è ufficiale: Tony Stark/Iron Man e Steve Rogers/Captain America saranno ricastati. Un annuncio che fin da subito a fatto storcere il naso ai fan legati alle interpretazioni iconiche di Robert Downey Jr. e Chris Evans, ma che Feige giustifica con lucidità. “Il nostro pubblico è cresciuto con questi personaggi — ma i personaggi sono più grandi degli attori. E la loro storia non è ancora finita.”
Le nuove versioni non saranno semplici copie carbone: saranno reinterpretazioni, inserite in un nuovo contesto narrativo, dopo la disgregazione multiversale causata da eventi come Loki, Spider-Man: No Way Home e Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Secret Wars, in particolare, sarà la chiave per rimettere insieme i pezzi: un’occasione per ricominciare, ma anche per far convivere vecchio e nuovo.
Ma forse il progetto più atteso è quello legato agli X‑Men. Feige, che aveva già prodotto i primi X-Men della Fox più di 20 anni fa, ora ha l’opportunità di reintrodurli nel MCU come non mai. La visione? Più giovane, più fedele ai fumetti, più radicata nel tema della diversità e dell’esclusione.
A dirigere il nuovo film sarà Jake Schreier (già regista di Thunderbolts), con Michael Lesslie alla sceneggiatura. Non è stata ancora ufficializzata una data d’uscita, né il suo cast, ma le prime indicazioni parlano di una finestra tra il 2028 e il 2030. Una cosa è certa: i nuovi X‑Men saranno parte integrante del reset dell’MCU, con un’estetica ispirata direttamente ai fumetti e una forte attenzione alla componente umana e sociale dei personaggi.
Avengers: Doomsday sarà il canto del cigno per molti dei volti storici del franchise. Attori come Ian McKellen, Patrick Stewart, James Marsden e Rebecca Romijn faranno le loro ultime apparizioni come i mutanti della vecchia guardia visti nella prima volta nei film degli X-Men dei primi anni 2000. Si tratterà di un addio, ma anche di un tributo. Poi, toccherà ai nuovi eroi.
Feige ha dichiarato che, dal 2028 in poi, l’MCU avrà una linea narrativa completamente riorganizzata, costruita su basi familiari ma con dinamiche, estetiche e protagonisti diversi. Una nuova generazione di spettatori troverà i propri punti di riferimento e una nuova ondata di film tenterà di restituire quel senso di “evento” che, negli ultimi anni, sembrava perduto.
Il reset è solo l’inizio. Secondo quanto anticipato, Marvel ha pianificato il futuro dell’MCU fino al 2032. Una strategia ambiziosa che include reboot parziali, recasting mirati, e il rilancio di personaggi meno esplorati — come Blade, i Fantastici Quattro e forse persino il live-action di Miles Morales.
Il tutto con uno scopo chiaro: ridare centralità alle emozioni. Quelle che si provavano davanti al primo Avengers. Quelle che hanno reso l’MCU un fenomeno globale, come dichiarato anche da Feige, “il pubblico ha bisogno di sentire che qualcosa di nuovo sta arrivando, ma senza perdere il cuore che ci ha resi ciò che siamo.”
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