l'editoriale
Cerca
Road to the Emmys 2025
23 Luglio 2025 - 16:05
Una delle carte jolly con la quale Netflix aveva fatto centro nel 2022 è stato Monsters, la serie antologica true crime che porta sul piccolo schermo le storie dei serial killer più famosi d'America. Il primo tentativo è stato fatto con La Storia di Dahmer con protagonista Evan Peters, che ha riscosso un successo mondiale, portando i creatori della serie Ryan Murphy e Ian Brennan a far vincere dei premi prestigiosi come un Critic's Choice e un Emmy ai suoi interpreti.
E la coppia Murphy-Brennan lo hanno fatto di nuovo con la serie dedicata a Lyle ed Erik Menendez, con la seconda stagione candidata a 11 categorie per gli Emmy 2025, tra cui Miglior Serie Antologica, Miglior Attore Protagonista, Miglior Attore Non Protagonista e Miglior Attrice Non Protagonista.
Questa seconda stagione di Monsters porta la storia dei fratelli Lyle ed Erik Menendez, diventati famosi per il caso di cronaca nera che li ha visti protagonisti nell'agosto 1989 in cui i due hanno ucciso a colpi d'arma da fuoco i genitori José e Kitty. I due, che inizialmente avevano scenato l'omicidio come parte di un piano della mafia, sono stati poi incastrati da una registrazione fatta dal loro terapista dove confessavano l'accaduto.
I nove episodi da 40 minuti ciascuno è un via vai tra flashback delle vite dei ragazzi, dei genitori e di casi di cronaca simili che hanno toccato in particolar modo il giornalista di Vanity Fair Dominick Dunne, padre di Dominique Dunne, attrice di Poltergeist assassinata nel 1982 dal sous-chef John Thomas Sweeney e rilasciato dopo sei anni di prigione. Dunne aveva partecipato attivamente ai processi dei Menendez attaccando sia loro che l'avvocato difensore Leslie Abramson in seguito al trauma della perdita dell'amata figlia.
Dominck Dunne (dex) e Nathan Lane, suo interprete nella serie (six)
Il risultato è una serie che riesce a bilanciare con maestrìa suspense e introspezione psicologica, offrendo non solo una ricostruzione dettagliata dei fatti, ma anche un’analisi profonda delle dinamiche familiari e dei traumi nascosti dietro la facciata della ricchezza e del privilegio.
Ma la serie non si limita solo a portare sullo schermo i fratelli Menendez e i loro due processi ma anche la vita che hanno vissuto (o, come molti pensavano al tempo, dicevano di aver vissuto), presentando anche le conseguenze delle azioni fatte dai genitori nei loro confronti. Abusi sessuali ed emotivi e violenza domestica sono i temi centrali attuati dal cast principale e secondario egregiamente. Cooper Koch e Nicholas Alexander Chavez interpretano rispettivamente Erik e Lyle, mentre Javier Bardem e Chloë Sevigny interpretano i genitori José e Kitty Menendez dando un ulteriore profondità e indecifrabile complessità ai loro personaggi, considerati ai tempi del processo le vere vittime.
La vera famiglia Menendez
Di particolar impatto è stato il quinto episodio, "L'Uomo Ferito", in cui Erik (Kooch) e Leslie (Ari Graynor) preparano la deposizione con la testimonianza del ragazzo, il quale racconta ogni gesto di abuso sessuale che il padre aveva fatto sia su di lui che sul fratello Lyle, il quale l'aveva abusato a sua volta "perché quello era normale". Trentasei minuti di un piano sequenza senza stacchi con la camera fissa sul volto di Erik e sulla straziante storia che l'ha portato a raccontarla in quella prigione. Forse l'episodio che è valso a Kooch la nomination agli Emmy per la sua interpretazione, senza mezzi termini, straordinaria.
Oltre alla qualità delle interpretazioni e alla cura nella ricostruzione storica, uno degli aspetti più affascinanti – e al contempo disturbanti – di questa stagione è proprio quel sottile senso di ambiguità che permea l’intera narrazione. Lo spettatore viene continuamente messo di fronte a un dubbio inquietante: cosa è realmente accaduto? Quanto delle accuse di abuso e delle confessioni sono verità incontrovertibili e quanto invece frutto di percezioni distorte, manipolazioni o semplici narrazioni soggettive?
Questo gioco tra realtà e rappresentazione mantiene alta la tensione, rendendo la visione un’esperienza non solo emotiva, ma anche riflessiva. La serie non si pone come un tribunale che giudica, ma piuttosto come un’indagine sul fragile confine tra vittima e colpevole, tra giustizia e vendetta, tra verità e finzione. È proprio questo senso di incertezza – volutamente lasciato aperto – che rende Monsters così potente, spingendo lo spettatore a interrogarsi sulle molteplici sfumature della natura umana e sul peso che la verità può assumere in situazioni tanto complesse quanto dolorose.
Ancora una volta, Ryan Murphy e Ian Brennan, insieme al cast e alla crew, portano sul piccolo schermo una storia avvincente e originale, che non ha timore di presentarsi difficile da guardare perché è, come si dice anche in tribunale prima di testimoniare, "la verità, tutta la verità e nient'altro che la verità", anche se è difficile da capire quale veramente sia la verità.
I fratelli Menendez oggi
Adesso ci si può solo aspettare prossime stagioni che portino attraverso lo storytelling innovativo di Murphy le storie delle personalità più amate della cronaca nera americana. Se nessuno ha già un'idea di quale, propongo io: Ted Bundy.
Voto finale: 9.5/10
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Amministratore unico e responsabile trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..