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SALUTE
02 Agosto 2025 - 16:40
Un'infezione respiratoria può riaccendere un tumore sopito, come una folata di vento che riattizza le braci di un falò spento. È questa l’immagine potente usata da James DeGregori, oncologo e autore principale di un nuovo studio pubblicato su Nature, per spiegare un fenomeno che potrebbe cambiare il modo in cui guardiamo al rapporto tra infezioni virali e progressione del cancro.
Secondo la ricerca, condotta da un team internazionale guidato dall’Università del Colorado e con la collaborazione di istituzioni scientifiche di Regno Unito, Paesi Bassi e Stati Uniti, virus respiratori come SARS-CoV-2 e quelli dell’influenza possono risvegliare cellule tumorali dormienti nei polmoni, in particolare nel caso del cancro al seno. Questo risveglio può trasformarsi in metastasi, con implicazioni gravi per i pazienti oncologici in remissione.
L’allarme arriva da una doppia conferma: esperimenti su topi e analisi di grandi database clinici. Nei test di laboratorio, i ricercatori hanno esposto modelli murini al coronavirus e ai virus influenzali, osservando un aumento di oltre 100 volte delle cellule tumorali riattivate nei polmoni. In meno di due settimane, queste cellule si sono trasformate in lesioni metastatiche.
Un dato preoccupante, che ha spinto il team a verificare cosa fosse accaduto durante la pandemia di Covid-19. Attraverso l’analisi della UK Biobank, i ricercatori hanno scoperto che le pazienti con cancro al seno in remissione e infettate da SARS-CoV-2 avevano il doppio delle probabilità di morire a causa del cancro, rispetto a chi non aveva contratto il virus. Una tendenza confermata anche dai dati statunitensi.
Il filo conduttore di questo meccanismo sembra essere l’infiammazione, un noto fattore di rischio per la progressione tumorale. Le infezioni respiratorie attivano infatti una forte risposta infiammatoria, nella quale un ruolo chiave lo gioca l’interleuchina 6 (IL-6), una proteina che regola la risposta immunitaria. Proprio questa molecola è stata individuata come possibile “interruttore” che risveglia le cellule tumorali dormienti nei polmoni.
Il blocco della IL-6 – ipotizzano i ricercatori – potrebbe rappresentare una possibile strategia per ridurre il rischio di metastasi. Ma per ora si tratta solo di una pista da approfondire. Un punto ancora aperto riguarda il possibile effetto protettivo dei vaccini. Sebbene non ci siano prove definitive, gli autori dello studio ritengono verosimile che, riducendo l’intensità della risposta infiammatoria, i vaccini possano contribuire a prevenire il risveglio delle cellule tumorali dormienti.
Il cancro al seno resta uno dei tumori più diffusi e letali al mondo, in particolare a causa delle recidive. Se confermato, il legame tra virus respiratori e riattivazione metastatica rappresenta una sfida nuova e complessa. Tuttavia, la ricerca non si ferma: nuove terapie, come il farmaco T-DM1 e le molecole sperimentali come ErSO-TFPy, promettono trattamenti sempre più mirati ed efficaci. Anche la natura si rivela una fonte insospettata: recenti test condotti in Brasile hanno mostrato che il veleno di uno scorpione dell’Amazzonia può eliminare cellule del carcinoma mammario in laboratorio.
Il messaggio che arriva dallo studio è chiaro: i virus respiratori non sono soltanto un problema acuto, ma possono avere conseguenze a lungo termine anche su patologie gravi come il cancro.
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