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LUTTO NEL CINEMA

Kelley Mack, morta a 33 anni per un tumore cerebrale raro: cos’è il glioma e come si manifesta

Una patologia aggressiva e difficile da individuare ha segnato il destino dell’attrice di The Walking Dead, lasciando poco spazio alla medicina

Kelley Mack, morta a 33 anni per un tumore cerebrale raro: cos’è il glioma e come si manifesta

Fonte: Instagram

È morta a soli 33 anni Kelley Mack, attrice nota per il suo ruolo nella serie cult The Walking Dead. A strapparla alla vita è stato un tumore raro e aggressivo al cervello: un glioma diffuso della linea mediana, una delle forme più letali di cancro del sistema nervoso centrale. Una malattia che non lascia quasi scampo, con percentuali di sopravvivenza drammaticamente basse e che, spesso, concede solo pochi mesi di tempo.

Il glioma è un tumore primitivo del cervello che nasce dalle cellule gliali, quelle che circondano e supportano i neuroni. Quando queste cellule impazziscono, si moltiplicano senza controllo, invadono i tessuti nervosi e danno origine a masse tumorali che possono crescere in profondità nel cervello, rendendo molto difficile – se non impossibile – un intervento risolutivo. Quello che ha colpito Kelley Mack è un glioma di grado IV, il più grave: una forma che non risponde alle terapie con la stessa efficacia delle varianti a bassa malignità e che, spesso, non consente neppure una vera strategia curativa.

I primi sintomi della malattia sono arrivati in modo subdolo. Un semplice dolore lombare, poi un prurito alla coscia, infine dolori lancinanti alle gambe. In poco tempo, l’attrice ha perso l’uso della gamba destra, poi anche di gran parte della sinistra, fino a dover ricorrere prima al deambulatore, poi alla sedia a rotelle. Il tumore, intanto, progrediva silenziosamente, attaccando i centri nervosi con una velocità devastante.

I sintomi dei gliomi variano in base alla parte del cervello coinvolta. Possono includere mal di testa persistenti, perdita di forza da un lato del corpo, difficoltà cognitive, disturbi visivi, nausea, crisi epilettiche, cambiamenti dell’umore e della personalità. Nei casi più gravi – come quello di Kelley – i deficit diventano progressivamente invalidanti, fino a compromettere completamente la mobilità e la qualità della vita.

Nonostante decenni di studi, le cause dei gliomi restano in gran parte sconosciute. Si ipotizzano mutazioni genetiche spontanee o legate a fattori ereditari, ma mancano certezze. Alcune malattie rare, come la neurofibromatosi, sono considerate fattori di rischio, così come l’esposizione a forti dosi di radiazioni. Ma, nel complesso, la scienza brancola ancora nel buio quando si tratta di spiegare cosa scateni davvero la trasformazione maligna delle cellule gliali.

Per arrivare alla diagnosi, i medici si affidano a una combinazione di esami neurologici, risonanza magnetica con contrasto e, in alcuni casi, biopsia cerebrale. Solo analizzando un frammento del tessuto tumorale è possibile determinare con precisione il tipo e il grado del glioma. Quello che ha colpito Mack appartiene alla categoria più temuta, insieme al glioblastoma: tumori di grado IV, rapidi, invasivi e con possibilità di trattamento molto limitate.

Le terapie, quando possibili, includono chirurgia, radioterapia e chemioterapia. Nei casi meno aggressivi – grado I o II – è talvolta possibile rimuovere quasi interamente la massa tumorale con un intervento chirurgico, e ottenere buoni risultati con le terapie successive. Ma quando il tumore è avanzato o in una zona profonda del cervello, come nei gliomi di grado III e IV, l’obiettivo diventa più spesso rallentare la progressione della malattia piuttosto che curarla. Le percentuali parlano chiaro: nei tumori come quello di Kelley Mack, solo il 30% dei pazienti supera il primo anno dalla diagnosi, e meno del 15% arriva al secondo.

Nel giro di pochi mesi, la malattia ha fatto il suo corso. E oggi, il mondo dello spettacolo piange una giovane attrice stroncata nel pieno della carriera, vittima di un tumore tanto feroce quanto ancora poco conosciuto.

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