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Il pranzo arriva in spiaggia: boom di delivery sotto l’ombrellone

Pizza, gelati e sushi ordinati con un tap mentre si prende il sole: cresce il comfort per i turisti

Il pranzo arriva in spiaggia: boom di delivery sotto l’ombrellone

Negli stabilimenti balneari di tutta Italia, la vacanza si reinventa. Non più solo relax, mare e lettini: oggi si pranza direttamente sotto l’ombrellone, ordinando sushi, pizza o poke con un semplice tocco sullo smartphone. Un’abitudine che si sta affermando con forza, trasformando le spiagge in zone di comfort gastronomico… ma anche in palcoscenici di contrasti sociali evidenti.

Secondo i dati diffusi da Deliveroo, il trend del food delivery sulle coste italiane sta vivendo un’impennata. Località come Jesolo e Riccione hanno registrato un raddoppio degli ordini rispetto alla primavera, mentre altre mete balneari – da Rimini a Senigallia, da Olbia ad Alghero – segnano crescite fra il 40% e il 60%.

I piatti più gettonati? La pizza resta regina indiscussa ovunque, seguita da hamburger nelle regioni centrali e da piatti esotici e poke bowl al Sud. Il caldo torrido, paradossalmente, ha alimentato il successo di gelati e pietanze rinfrescanti, trasformando la sabbia rovente in un luogo ideale per gustare cibo fresco senza muoversi dal proprio ombrellone.

Quella del 2025 è un’estate che celebra la comodità. Si abbandonano le cene nei ristoranti per restare in costume sul lettino, gustando piatti gourmet tra una nuotata e una siesta. Cresce anche la varietà delle proposte: il delivery porta in spiaggia specialità internazionali come sushi, piatti asiatici, cucina mediorientale e fusion, ridefinendo l’esperienza gastronomica del litorale.

Questo fenomeno non rappresenta solo un’evoluzione delle abitudini dei turisti, ma anche un’opportunità economica per ristoranti e stabilimenti: offrire un servizio in più senza doverlo gestire direttamente. Una nuova forma di collaborazione tra locali e piattaforme digitali.

Dietro a questa rivoluzione, però, si cela una realtà meno “instagrammabile”. Mentre i vacanzieri si godono piatti gourmet all’ombra, i rider affrontano la calura estiva, pedalando o sfrecciando su scooter roventi tra strade trafficate e spiagge affollate. La stessa ondata di caldo che ha riempito i portafogli dei venditori ha reso il lavoro dei corrieri ancora più massacrante.

Solo poche settimane fa, si parlava della necessità di tutelare questi lavoratori esposti a temperature estreme. Oggi, quei timori sembrano evaporati sotto il sole, rimpiazzati dalla corsa a ricevere un pasto caldo direttamente sulla sabbia.

Il confine tra relax e routine si fa sempre più sfumato. Ordinare un pranzo sulla spiaggia non è poi così diverso dal farlo dal divano di casa. Eppure, questa “vacanza domestica” piace: è pratica, veloce e lascia più tempo per godersi il mare.

È un segnale dei tempi: il turismo balneare si adatta alle esigenze di un pubblico che non vuole rinunciare a nulla – né alla tecnologia, né al gusto, né tantomeno al comfort. Ma questa nuova normalità solleva anche domande etiche su ciò che siamo disposti ad accettare pur di non alzarci dal lettino.

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