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Abitudini quotidiane
04 Settembre 2025 - 15:20
Moda sostenibile, abitudini quotidiane
Secondo Clean Clothes Campaign, una delle maggiori alleanze di sindacati e ONG nel settore dell’abbigliamento, il consumo globale di abbigliamento è destinato a crescere significativamente nei prossimi anni. Entro il 2030, infatti, si prevede che il volume di abbigliamento consumato aumenterà del 63%, passando dalle attuali 62 milioni di tonnellate a circa 102 milioni di tonnellate. Questo corrisponde a una quantità impressionante di circa 500 miliardi di magliette, una cifra che mette in evidenza l’enorme impatto che il settore dell’abbigliamento ha sull’ambiente.
Il dato più preoccupante riguarda però il destino dei vestiti che non vengono più utilizzati. Ogni secondo, infatti, viene bruciato o smaltito in discarica un volume di tessuti pari a quello di un intero camion. Questi materiali, purtroppo, impiegheranno oltre un secolo per biodegradarsi, contribuendo in maniera sostanziale all’inquinamento del nostro pianeta. Un simile ritmo di consumo e scarto sta accelerando il problema dei rifiuti tessili, che rappresentano ormai una delle sfide più urgenti nel campo della sostenibilità ambientale.
Gran parte della colpa di questa situazione risiede nel fatto che molti dei vestiti che acquistiamo non sono realizzati per durare a lungo. La scarsa qualità dei materiali, unita alla moda “usa e getta” che caratterizza gran parte del settore, contribuisce a ridurre la durata degli abiti. Inoltre, le nostre abitudini di acquisto e di manutenzione dei vestiti giocano un ruolo fondamentale in questo fenomeno.
Il primo passo per ridurre l’impatto ambientale legato al nostro consumo di abbigliamento è una maggiore consapevolezza. Imparare a leggere correttamente le etichette dei tessuti e rispettare le indicazioni sui lavaggi è essenziale per prolungare la vita dei nostri vestiti e ridurre il loro impatto sull’ambiente. I simboli sulle etichette forniscono infatti informazioni cruciali riguardo il tipo di trattamento che un determinato materiale richiede per mantenere la sua qualità e durabilità nel tempo.
Di seguito, una guida pratica per comprendere meglio i simboli che si trovano sulle etichette degli abiti:
Lavaggio
Bacinella con acqua: indica la temperatura di lavaggio consigliata, espressa in gradi Celsius. Se è presente un numero dentro la bacinella (es. 30°C, 40°C), significa che l’acqua non deve superare quella temperatura.
Bacinella con acqua e mano: indica che il capo deve essere lavato a mano, non in lavatrice.
Bacinella con un numero dentro (es. 60): la temperatura massima per il lavaggio in lavatrice.
Candeggio
Triangolo vuoto: il capo può essere candeggiato.
Triangolo con croce: il capo non deve essere candeggiato.
Asciugatura
Cerchio con un punto: asciugatura in tamburo a bassa temperatura.
Cerchio con due punti: asciugatura in tamburo a temperatura normale.
Quadrato con una linea orizzontale: asciugare il capo in orizzontale, steso su una superficie piatta.
Quadrato con tre linee verticali: asciugare su una gruccia.
Stiratura
Ferro da stiro con punti: indica la temperatura di stiratura, con un punto che corrisponde a bassa temperatura, due punti a temperatura media e tre punti a temperatura alta.
Ferro da stiro con una croce sopra: non stirare.
Trattamenti speciali
Cerchio con una X: non usare il trattamento a secco (lavaggio a secco).
Cerchio con una P: lavaggio a secco possibile con il solvente Percloroetilene.
Conoscere e rispettare queste indicazioni non solo aiuta a mantenere i vestiti in buone condizioni, ma contribuisce anche a ridurre la quantità di rifiuti tessili e l’impatto ambientale. Così facendo, possiamo fare la nostra parte nella lotta contro il consumo eccessivo e il deterioramento del nostro ambiente.
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