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09 Settembre 2025 - 20:15
Immagine di repertorio
Negli ultimi dieci anni, l’Italia ha avviato un processo di digitalizzazione che ha modificato profondamente il rapporto tra cittadini, imprese e istituzioni. La spinta è arrivata da più fattori: l’evoluzione tecnologica, la necessità di semplificare le procedure e, in modo decisivo, l’esperienza della pandemia, che ha accelerato la transizione verso l’utilizzo di piattaforme online. Oggi molte operazioni un tempo possibili solo agli sportelli fisici si svolgono in rete, con benefici in termini di tempi, accessibilità e trasparenza.
Un ruolo centrale è svolto dallo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), che permette con un’unica coppia di credenziali di accedere a decine di servizi pubblici e privati. Dalla consultazione di referti medici al pagamento di tributi, fino alle iscrizioni a concorsi pubblici, SPID ha reso più semplice e sicuro il riconoscimento degli utenti. La sua adozione è stata favorita anche da requisiti di sicurezza come l’autenticazione a più fattori, che riducono il rischio di accessi non autorizzati.
L’identità digitale non si limita più ai servizi istituzionali: banche, assicurazioni e persino piattaforme di intrattenimento hanno iniziato a integrarla. In alcuni casi di nicchia, come i casinò online, viene utilizzata per verificare rapidamente l’età dei giocatori, garantendo il rispetto delle norme. Si tratta di esempi che mostrano come lo strumento possa essere adattato a contesti diversi, favorendo la diffusione di una cultura digitale più ampia.
La gestione dei documenti rappresenta un altro ambito cruciale. Attraverso l’ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente), certificati come nascita, residenza o stato di famiglia possono essere scaricati direttamente online. Anche il settore della giustizia si è orientato verso il digitale con il processo telematico, che consente di depositare e consultare atti senza spostamenti fisici. In sanità, il Fascicolo Sanitario Elettronico è divenuto uno strumento essenziale per consultare prescrizioni e referti in maniera centralizzata.
Un capitolo importante è quello dei pagamenti digitali. Con PagoPA, il versamento di tasse universitarie, imposte e multe è oggi più tracciabile e veloce. La diffusione dei sistemi elettronici ha favorito anche il commercio online e le transazioni contactless, spingendo imprese e cittadini verso modalità di pagamento più sicure e trasparenti.
La digitalizzazione italiana guarda ora alle tecnologie emergenti. L’intelligenza artificiale è già impiegata nella gestione delle pratiche, nell’individuazione delle frodi e, in ambito sanitario, per suggerire percorsi terapeutici personalizzati. Le smart city, con sistemi di monitoraggio e gestione intelligente dei servizi urbani, costituiscono un’altra frontiera in via di sviluppo.
Il passaggio al digitale ha però anche una dimensione sociale. L’accesso semplificato riduce le disuguaglianze territoriali, ma resta la necessità di sostenere chi ha competenze tecnologiche limitate. Per questo i programmi di alfabetizzazione digitale e le iniziative di supporto sono essenziali per evitare nuove forme di esclusione.
Le prospettive future puntano sull’identità digitale europea, che consentirà ai cittadini di utilizzare credenziali interoperabili per accedere a servizi in tutti i Paesi dell’Unione. In parallelo, si guarda ai servizi proattivi: amministrazioni in grado di segnalare scadenze o proporre benefici in automatico, senza che sia l’utente a doverli richiedere.
L’Italia si trova quindi in una fase di consolidamento. La sfida sarà garantire continuità agli investimenti, sicurezza nelle infrastrutture e inclusione digitale, con l’obiettivo di trasformare la digitalizzazione non in un obbligo, ma in un’opportunità concreta per cittadini e imprese.
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