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Curiosità
11 Settembre 2025 - 05:18
Digitando “Kopi Luwak” su siti di e-commerce come Amazon, si possono trovare confezioni di caffè che sfiorano i 500 euro al chilogrammo, rendendolo una delle bevande più costose al mondo. Il nome stesso racconta la sua storia: in indonesiano, “Kopi” significa caffè, mentre “Luwak” indica lo zibetto, un piccolo mammifero onnivoro diffuso nel Sud-est asiatico. Il caffè viene prodotto dalle bacche ingerite dallo zibetto, parzialmente digerite e poi espulse: gli enzimi dell’animale modificano le proteine della bacca, riducendo l’amaro e conferendo note dolci di cioccolato e caramello.
Il consumo dei chicchi digeriti risale al XIX secolo, quando l’Indonesia era sotto il controllo olandese. I lavoratori delle piantagioni, proibiti dal bere caffè, iniziarono a raccogliere gli escrementi degli animali per non rinunciare alla bevanda. Successivamente, il Kopi Luwak approdò anche ai colonizzatori, ma le modalità di produzione rimasero legate alla raccolta degli zibetti selvatici. La svolta avvenne nel 1991, quando un commerciante inglese, Tony Wild, iniziò a importarlo in Europa. La crescente domanda portò alla nascita di allevamenti intensivi di zibetti, spesso nutriti forzatamente per aumentare la produzione.
In Indonesia, Filippine, Timor Est, Cambogia e Vietnam, gli zibetti vengono tenuti in gabbie minuscole e alimentati esclusivamente con bacche di caffè, privandoli della loro dieta naturale composta da frutta, insetti e piccoli animali. Questo regime provoca stress, denutrizione, problemi comportamentali e talvolta la morte prematura, rendendo spesso impossibile il rilascio in natura.
Il problema non è solo etico: la qualità del caffè peggiora in cattività. In natura, gli zibetti scelgono le bacche più mature, mentre negli allevamenti ricevono frutti di diversa maturazione, alterando il gusto finale della bevanda.
Organizzazioni come Peta hanno denunciato le condizioni degli animali e smascherato le etichette ingannevoli: molti caffè pubblicizzati come “da zibetti selvatici” provengono invece da animali allevati in gabbia. Tony Wild stesso nel 2013 promosse la petizione “Cut the Crap” per fermare la produzione crudele.
Alcune iniziative, come quella dell’imprenditore inglese Matthew Ross con la Kopi Ross, offrono un Kopi Luwak eco-sostenibile certificato “Wild Luwak Arabika Gayo”, proveniente da piccoli produttori che tutelano gli zibetti. Tuttavia, l’offerta rimane limitata e non soddisfa la domanda crescente, rendendo difficile un’alternativa etica su larga scala.
Dietro il lusso del Kopi Luwak si cela una storia di sfruttamento animale e degrado del prodotto. La crescente attenzione verso le pratiche sostenibili e il benessere degli animali è un passo importante, ma per molti consumatori è ancora complicato distinguere tra prodotto etico e caffè ottenuto con metodi crudeli.
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