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SALUTE & BENESSERE

Ictus, le abitudini serali che aumentano il rischio: ecco cosa dicono gli studi

Ricerche recenti confermano il legame tra comportamenti serali comuni e un maggiore rischio per il cervello

Ictus, le abitudini serali che aumentano il rischio: ecco cosa dicono gli studi

Cenare in modo pesante, eccedere con il sale, bere alcol o dormire male non sono semplici cattive abitudini serali: secondo diversi studi scientifici aumentano in maniera significativa il rischio di ictus. In Italia il colpo apoplettico rappresenta la terza causa di morte dopo malattie cardiovascolari e tumori, con tre quarti dei casi che interessano uomini oltre i 65 anni. Eppure non si tratta di una condizione che colpisce solo l’età avanzata: anche persone più giovani possono esserne vittime.

L’ictus si manifesta quando l’afflusso di sangue al cervello si riduce o si interrompe, privando i tessuti dell’ossigeno necessario. Le forme principali sono due: l’ischemico, il più diffuso, provocato dall’occlusione di un’arteria cerebrale, e l’emorragico, causato dalla rottura di un vaso sanguigno con danni spesso irreversibili. I sintomi compaiono improvvisamente: perdita di forza a un arto, difficoltà nel linguaggio, visione doppia, mal di testa improvviso, bocca storta, formicolio al volto, confusione, nausea.

Se età, sesso e familiarità sono fattori di rischio non modificabili, molti altri dipendono dallo stile di vita: ipertensione, diabete, colesterolo alto, obesità, fumo e consumo di droghe. A questi si aggiungono abitudini della sera che, a lungo sottovalutate, emergono oggi come determinanti. Una cena troppo abbondante, soprattutto se ricca di grassi e zuccheri, ostacola la naturale riduzione della pressione durante il sonno e altera il profilo metabolico. L’eccesso di sale, facilmente raggiunto con cibi processati, favorisce l’ipertensione. L’alcol serale innalza i trigliceridi, altera il tono vascolare e peggiora la qualità del riposo. Un sonno scarso o irregolare, infine, stimola la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress, che alimenta processi infiammatori cronici.

Le evidenze scientifiche confermano questi legami. Lo studio francese NutriNet-Santé, che ha seguito oltre 100.000 persone per più di sette anni, ha rilevato che cenare dopo le 21 aumenta del 28% il rischio di ictus o attacco ischemico transitorio. Una ricerca pubblicata su Sleep ha mostrato che anche quantità moderate di alcol consumate la sera riducono la variabilità della frequenza cardiaca e compromettono i meccanismi di recupero notturno. Una meta-analisi su BMC Public Health ha documentato che il consumo regolare di alcol incrementa in modo significativo il rischio di ictus ischemico ed emorragico, mentre un’indagine dell’Inserm ha collegato il pasto serale tardivo a peggiori esiti metabolici e cardiovascolari.

Il quadro che emerge è chiaro: le ore serali non sono un dettaglio marginale della giornata ma un momento cruciale in cui si gioca parte della salute cerebrale e cardiovascolare.

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