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SALUTE & BENESSERE

Temperature sopra la media, cresce la voglia di dolci e bevande zuccherate

Lo studio su Nature Climate Change rivela il legame tra riscaldamento globale e dieta, con conseguenze gravi per la salute

Temperature sopra la media, cresce la voglia di dolci e bevande zuccherate

Il cambiamento climatico non pesa soltanto su ghiacciai e mari, ma arriva fin dentro i nostri frigoriferi e carrelli della spesa. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Climate Change dimostra infatti che l’aumento delle temperature modifica le abitudini alimentari, spingendo le persone a consumare più dolci e bevande zuccherate. Un fenomeno che, avvertono i ricercatori, potrebbe avere conseguenze rilevanti sulla salute pubblica.

Analizzando i dati delle famiglie statunitensi tra il 2004 e il 2019, un team internazionale guidato dal professor Pan He dell’Università di Cardiff ha rilevato un legame diretto tra l’aumento delle temperature medie e la crescita del consumo di zuccheri. In pratica, per ogni grado in più registrato, i cittadini hanno aggiunto circa 0,70 grammi di zuccheri al giorno nella propria dieta.

Se il trend non si invertirà, entro la fine del secolo l’assunzione supplementare potrebbe arrivare fino a tre grammi quotidiani. Un dettaglio che, a prima vista, può sembrare trascurabile, ma che nel lungo periodo rischia di incidere fortemente sul benessere collettivo. Secondo gli studiosi, questo surplus di zuccheri si traduce in una maggiore esposizione a patologie ormai note: dal diabete di tipo 2 all’obesità, dalle malattie cardiovascolari alla sindrome metabolica, senza dimenticare carie dentali e processi infiammatori cronici.

A queste condizioni si aggiungono altri dati preoccupanti: uno studio recente, condotto dall’Università della Salute della Florida e dal Markey Cancer Center del Kentucky, ha evidenziato una correlazione fra diete ricche di zuccheri e grassi e un aumento del rischio di cancro ai polmoni, malattia tradizionalmente legata al fumo e all’inquinamento atmosferico.

Anche se la ricerca è stata condotta negli USA, dove il consumo di bibite zuccherate è particolarmente diffuso, il quadro riguarda potenzialmente anche altri Paesi, Italia compresa. Nei mesi più caldi i nostri frigoriferi si riempiono spesso di gelati, dessert e bevande fresche, facili da trovare e a basso costo, soprattutto per le famiglie con redditi più bassi. Ed è proprio in questi nuclei che, secondo i ricercatori, l’aumento del consumo di zuccheri risulta più marcato: prodotti economici e subito disponibili finiscono per diventare la soluzione più semplice al disagio provocato dalle alte temperature.

Le linee guida internazionali parlano chiaro. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di non superare i 50 grammi di zuccheri aggiunti al giorno – l’equivalente di 12 cucchiaini – meglio ancora se dimezzati. L’American Heart Association abbassa ulteriormente l’asticella: massimo 36 grammi al giorno per gli uomini e 26 per le donne.

Gli studiosi sottolineano la necessità di strategie per adattare la dieta al nuovo scenario climatico, senza cadere nella trappola dei dolcificanti artificiali. Secondo un altro lavoro, pubblicato su Nature Metabolism, queste sostanze possono infatti alterare il senso di sazietà e aumentare l’appetito, peggiorando il problema invece di risolverlo. Un campanello d’allarme che invita a riflettere non solo sul rapporto fra uomo e ambiente, ma anche sulle scelte che compiamo a tavola.

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