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TECNOLOGIA
01 Ottobre 2025 - 22:00
Non servono più telecamere, location o ore di montaggio: con Sora 2 basta scrivere poche righe di testo per ottenere un video pronto da condividere. OpenAI lancia la sua sfida a TikTok, YouTube e Instagram con un’app che promette di ribaltare le regole del gioco.
Presentata il 30 settembre, l’applicazione generativa è già disponibile su iOS negli Stati Uniti e in Canada e mira presto ad approdare in altri Paesi. La differenza rispetto ai social video che tutti conosciamo è netta: gli utenti non caricano contenuti, li creano da zero. Un cambio di paradigma che potrebbe ridefinire il concetto stesso di piattaforma sociale.
Al centro dell’esperienza c’è un modello generativo capace di trasformare un testo o un prompt visivo in una sequenza di immagini animate con audio. Il risultato sono video che spaziano dal fotorealismo all’animazione, fino allo stile cinematografico e anime.
La forza di Sora 2 sta nella coerenza narrativa: il modello mantiene continuità tra le inquadrature, gestisce lo “stato del mondo” e segue istruzioni complesse, offrendo un livello di controllabilità inedito. Non si tratta di un semplice strumento creativo, ma di un laboratorio di intelligenza artificiale che potrebbe diventare la base per modelli sempre più capaci di comprendere la realtà.
Un’altra innovazione riguarda l’identità digitale: ogni utente può decidere chi può utilizzare il proprio volto e la propria voce nei video generati, con la possibilità di revocare i permessi o cancellare le creazioni in qualsiasi momento. Tra le opzioni più curiose c’è “carica te stesso”, che consente di inserire la propria immagine e la propria voce nelle generazioni. È possibile fare cameo in video altrui, apparire insieme ad amici o remixare contenuti già creati. Secondo OpenAI, persino i dipendenti dell’azienda hanno iniziato a usarla come strumento di socialità, dando vita a nuove amicizie e interazioni interne. Il principio è chiaro: massima libertà creativa, ma con il pieno controllo sull’uso della propria immagine.
OpenAI ha cercato di affrontare un problema comune a tutte le piattaforme social: lo scorrimento infinito che può portare a dipendenza e isolamento. Per questo Sora 2 integra un feed personalizzabile e strumenti che permettono di limitare il tempo trascorso sull’app. Il sistema di raccomandazione non si basa solo sui dati di comportamento, ma utilizza i modelli linguistici di grandi dimensioni già sviluppati da OpenAI. Gli utenti possono quindi “istruire” l’algoritmo tramite linguaggio naturale, rendendo la navigazione più consapevole. Particolare attenzione è rivolta ai minori: gli adolescenti hanno un numero massimo di generazioni visibili al giorno e restrizioni più severe per i cameo.
Il lancio di Sora 2 si colloca in un’arena affollata. Meta e Google stanno sviluppando modelli simili, ma li stanno integrando nei loro ecosistemi già ricchi di dati e utenti. OpenAI, al contrario, parte da zero. Questo è il rischio maggiore: senza un vantaggio in velocità, realismo e controllo, la nuova app potrebbe faticare a emergere. Ma se riuscirà a mantenere le promesse, Sora 2 non sarà solo un concorrente di TikTok e YouTube: potrebbe diventare il punto di partenza di un nuovo modo di vivere i social, dove la realtà non si registra più, si immagina.
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