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TECNOLOGIA
28 Settembre 2025 - 21:40
Bastano 50 dollari per creare un video che sembra vero, ma non lo è. Trenta se ci si accontenta della sola voce. Prezzi ridicoli rispetto al passato, quando servivano cifre anche 400 volte superiori. Il dato arriva dagli esperti di Kaspersky, che hanno intercettato sul dark web annunci in inglese e russo per la vendita di software in grado di generare falsi perfetti.
Ma cosa sono i deepfake? Si tratta di contenuti creati con l’intelligenza artificiale che riproducono volti e voci di persone reali, al punto da sembrare autentici. Un video in cui un politico dice frasi mai pronunciate, una telefonata in cui un dirigente d’azienda sembra dare ordini che non ha mai dato, oppure l’immagine di un amico o un familiare che appare in una situazione costruita ad arte. Tutto falso, ma difficile da riconoscere a occhio nudo.
Negli ultimi anni il fenomeno è esploso. Tra il 2017 e il 2022 gli incidenti censiti a livello globale sono stati appena 22. Nel 2023 si è saliti a 42. Nel 2024 c’è stato il vero balzo: 150 casi, con un aumento del 257%. Ma il dato più preoccupante è quello del 2025: nei soli primi tre mesi sono stati registrati già 179 episodi, il 19% in più di tutto l’anno precedente. Numeri che raccontano meglio di ogni allarme quanto il fenomeno stia correndo.
Il problema non è solo tecnico, ma sociale. I deepfake vengono usati per truffe economiche, per campagne di disinformazione, per aggirare i sistemi di sicurezza online e persino per adescare minori. Vittime se ne contano ovunque: dal singolo utente che cade in una trappola durante una videochiamata, alle imprese che si ritrovano coinvolte in frodi, fino ai personaggi famosi finiti in video che non hanno mai girato.
Secondo Kaspersky, gli annunci trovati sul dark web offrono molto più di semplici file manipolati. Vengono proposti veri e propri servizi su misura: scambio di volti in tempo reale durante una videoconferenza, sostituzione del volto per superare controlli di identità, manipolazione della fotocamera di un dispositivo target. Insomma, un mercato nero che mette a disposizione strumenti pronti all’uso e a costi bassissimi.
«I nuovi servizi consentono di generare contenuti falsi in tempo reale, in più lingue e a costi nettamente inferiori», spiegano gli esperti. Fino a pochi anni fa servivano competenze avanzate e risorse importanti per ottenere risultati simili. Oggi basta pagare con una carta prepagata e chiunque può mettere le mani su programmi capaci di ingannare amici, colleghi, istituzioni.
La facilità d’uso e i costi irrisori sono la vera novità. Perché trasformano i deepfake da strumento riservato a gruppi criminali ben organizzati in un rischio diffuso, alla portata anche di truffatori improvvisati o predatori digitali. E distinguere un contenuto autentico da uno manipolato diventa ogni giorno più complicato.
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