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Privacy
29 Agosto 2025 - 19:00
I casi recenti di Phica.eu e del gruppo “Mia Moglie” hanno dimostrato quanto facilmente le nostre foto possano essere diffuse in rete senza il nostro controllo. Foto rubate dai social e pubblicate in forum a scopo sessualizzante hanno messo in evidenza il rischio reale di perdere il controllo della propria immagine digitale.
Anche se la foto è stata condivisa volontariamente sui propri account, ripubblicarla altrove senza consenso costituisce una violazione della privacy, soprattutto se il contesto cambia e può danneggiare la persona coinvolta. Secondo l’avvocato Guido Scorza, membro del Garante per la protezione dei dati personali, ci sono diversi livelli di tutela possibili.
Primo passo: contattare la piattaforma
Il primo strumento è segnalare immediatamente il contenuto al gestore della piattaforma o del forum. Molti siti hanno un pulsante o un’email dedicata alla rimozione dei contenuti. Nella maggior parte dei casi, la piattaforma provvede a cancellare il materiale per evitare possibili problemi legali.
Secondo passo: rivolgersi al Garante della privacy
Se la rimozione non avviene, è possibile chiedere l’intervento del Garante, che può accertare la violazione della privacy e ordinare la rimozione del contenuto, oltre ad applicare eventuali sanzioni.
Terzo passo: contenuti sessualmente espliciti o diffamatori
Se la foto è intima, sessualmente esplicita o coinvolge deepfake, la persona lesa può presentare denuncia alla Polizia Postale o alla Procura della Repubblica. Non serve identificare il reato: sarà poi il giudice a qualificare il fatto come pornografia non consensuale, diffamazione o altro.
Risarcimento dei danni
Infine, chi subisce un pregiudizio può rivolgersi al giudice civile per chiedere la rimozione urgente della foto e il risarcimento del danno provocato dalla pubblicazione. Questa tutela va oltre l’intervento del Garante o della magistratura penale e tutela la reputazione e l’immagine della persona coinvolta.
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