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Ministero condannato

Torino, spese legali a carico del Ministero della Giustizia: il Tribunale dà ragione ai sindacati

La decisione è stata segnalata dall’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria)

Torino, spese legali a carico del Ministero della Giustizia

Immagine di repertorio

Il Tribunale di Torino ha condannato il Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria al pagamento delle spese di lite, riconoscendo la cosiddetta soccombenza virtuale. La decisione è stata segnalata dall’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), che insieme ad altre sigle del Corpo aveva promosso un ricorso unitario.

L’azione giudiziaria, presentata con un ricorso ex art. 28 e sostenuta dall’avvocata Maria Immacolata Amoroso, è stata avviata a seguito di un decreto di riorganizzazione del lavoro adottato dal Provveditore Regionale. Secondo i sindacati, il provvedimento era stato emanato senza rispettare le procedure di contrattazione decentrata, disciplinando unilateralmente materie che, in base alle norme, dovrebbero essere oggetto di confronto sindacale.

Nel corso del procedimento, su impulso del giudice, è stata attivata una procedura di mediazione davanti alla Commissione paritetica ex art. 29 del D.P.R. n. 164/2002. Nell’ambito di tale mediazione, la Commissione ha rilevato la non correttezza della procedura seguita, chiarendo che il decreto non poteva regolamentare in modo unilaterale aspetti riservati alla contrattazione decentrata.

Solo dopo questa valutazione, e quando il ricorso era già stato formalmente depositato, il Provveditore ha proceduto all’annullamento del decreto contestato. Il Tribunale ha quindi dichiarato cessata la materia del contendere, ma ha comunque disposto la condanna dell’Amministrazione al pagamento delle spese, ritenendo che la revoca tardiva del provvedimento non eliminasse la responsabilità per la condotta contestata e che, in assenza dell’annullamento, il ricorso sarebbe stato presumibilmente accolto nel merito.

L’OSAPP sottolinea che il ricorso è stato necessario per ottenere il rispetto delle regole sulla contrattazione decentrata e chiede che l’Amministrazione centrale intervenga affinché episodi simili non si ripetano, garantendo modalità di confronto coerenti con le procedure previste.

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