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CARCERI
14 Settembre 2024 - 16:24
Torino, 13 settembre 2024. Una giornata che segna l'ennesimo capitolo di una crisi che non si vuole affrontare. Dentro il carcere delle Vallette, si è consumato un episodio che, purtroppo, non può essere definito straordinario: un detenuto straniero, ristretto al padiglione B, insoddisfatto del proprio materasso, ha dato in escandescenza, scatenando una serie di eventi che hanno messo a nudo tutte le debolezze del sistema carcerario italiano.
La richiesta iniziale del detenuto sembra banale: un nuovo materasso. Una volta accontentato, però, l'uomo lamenta che l'oggetto fosse pieno di polvere e, quindi, non all'altezza delle sue aspettative. Di lì, l'escalation di violenza. Scrivanie rovesciate, grida, caos. E poi cinque poliziotti penitenziari feriti nel tentativo di bloccare l'uomo, spintonati, colpiti a calci e pugni, alcuni di loro fatti cadere rovinosamente giù per le scale. Cinque agenti che, da servitori dello Stato, si sono ritrovati in una lotta per la propria sicurezza.
L'epilogo di questo scontro è una corsa in ospedale, al Maria Vittoria di Torino, dove i poliziotti sono stati dimessi con prognosi che variano dai venti ai tre giorni. Una giornata che per loro, come per tanti altri, finirà con un ritorno in servizio, perché la macchina del sistema penitenziario non si ferma, anche se vacilla sotto il peso delle sue stesse inefficienze.
Quello che si è visto ieri a Torino è solo la punta dell'iceberg. Lo stesso detenuto che nel pomeriggio ha causato il ferimento degli agenti, nella serata ha continuato a creare disordini. Questa volta ha incendiato la propria cella, innescando il panico tra i compagni detenuti. Solo l’intervento tempestivo del personale – numericamente esiguo – ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente.
In un altro reparto del padiglione B, la storia è simile: detenuti che lanciano oggetti infiammabili nei corridoi, un solo agente a sorvegliare un'intera sezione di 160 persone. Sì, avete capito bene. Un solo agente per 160 detenuti. Cifre che fanno riflettere e che gettano una luce inquietante sulla realtà del nostro sistema carcerario.
Non è una novità che il sindacato della Polizia Penitenziaria, l'OSAPP, denunci da anni situazione insostenibile. Leo Beneduci, Segretario Generale dell’organizzazione, senza usa termini mezzi:Viviamo in un mondo capovolto, dove i detenuti dettano legge e gli agenti sonoacque sono all'impotenza. A Torino, un pugno poliziotti di gestire l'intero padiglione B. Sei una follia!"
Parole dure, certo. Ma come non riconoscere una verità di fondo? Il sistema carcerario italiano è al collasso. La mancanza di personale, l'eccessivo sovraffollamento, e la difficoltà di gestire detenuti sempre più inclini alla violenza fanno emergere una crisi che, giorno dopo giorno, si avvicina al punto di rottura.
Il problema, però, non si limita agli eventi critici come quello di Torino. È sistemico. Gli agenti sono sempre più soli a fronteggiare situazioni impossibili, spesso costretti a intervenire con mezzi inadeguati. La carenza cronica di personale, i turni massacranti e la crescente tensione tra le mura carcerarie rappresentano solo alcuni dei fattori che stanno spingendo questo sistema verso il baratro.
E mentre i continuano sindacati a chiedere a soluzioni – più risorse, più sicurezza, più tutela per chi chi all’interno strutture di queste – il governo bloccato in un silenzio assordante. Le proposte di riforma rimangono sulla carta,
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