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LA POVERTA'

Reddito di cittadinanza negato a 8mila torinesi: «È una bomba a orologeria»

Con le nuove regole a Torino rischia di perderlo uno su due

Reddito di cittadinanza

Reddito di cittadinanza

Da un lato il venir meno per molti dell’assegno del Reddito di cittadinanza. Dall’altro, il “Salva affitti” che salta. Sono due binari al momento paralleli, che rischiano di incontrarsi - e scontrarsi - molto presto. Il risultato è un disastro annunciato, che ricadrà inevitabilmente sulle spalle dei più fragili. «È una bomba a orologeria» avverte l’assessore comunale al Welfare Jacopo Rosatelli, guardando con preoccupazione a quei 70mila poveri che la Caritas ha censito tra Torino e provincia nel corso dello scorso anno.

Taglio al Rdc
«Abbiamo calcolato che con il nuovo regime di Reddito di cittadinanza, circa il 60% dei beneficiari a Torino perderà il sussidio» fanno sapere dall’assessorato al Welfare del Comune. Vale a dire uno su due. Si tratta di circa 8mila persone che - senza aiuti - rischiano di trovarsi in totale povertà. Al 30 aprile risultano 15.600 famiglie beneficiarie del Reddito solo nel capoluogo piemontese.
Secondo la nuova normativa, chi ha tra i 18 e i 59 anni (e si trova nelle condizioni di poter lavorare) non ha disabili in famiglia o minori a carico potrà beneficiare del Reddito solo per sette mesi. È necessario poi essere residenti in Italia e aver concluso il proprio percorso scolastico o aver sciolto l’obbligo di formazione per almeno sei mesi per fare domanda. «Con la mancanza delle risorse del Reddito di Cittadinanza sarà più difficile reggere l’urto della povertà» avverte Rosatelli. «Il nuovo modello sostiene le persone solo se disabili o con minori a carico e cosa fa, poniamo il caso, con un uomo di 40 anni che ha dei problemi e magari ha perso il lavoro?» domanda l’assessore della giunta Lo Russo. «Il lavoro di tutti gli enti del terzo settore e del volontariato è fondamentale in questa fase, ma tutto quello che stiamo mettendo in campo rischia di essere insufficiente di fronte alla mancanza del Reddito di cittadinanza» conclude con una certa preoccupazione.

Emergenza casa
C’è poi il problema della cosiddetta “povertà abitativa”. «È una dimensione sociale delle nuove forme di povertà» sottolinea ancora Rosatelli, ricordando come gran parte delle risorse messe a disposizione del governo arrivassero dal “Fondo sostegno locazione” del governo. Il cosiddetto “Salva affitti” che rischia di scomparire nel 2024. «Quest’anno siamo ancora coperti, ma dal prossimo anno la situazione rischia di esplodere. È una vera e propria bomba a orologeria» avverte. «Siamo ancora in tempo a disinnescare la situazione se si interviene tempestivamente - prosegue -. Il governo ascolti l’appello dell’Anci che ha chiesto esplicitamente di rifinanziare il fondo». Al 13 giugno, le domande complessivamente ammesse al pagamento risultano 6.862. Su un totale di 11.040 richieste presentate. Il finanziamento per quest’anno ammonta a 11 milioni e 275mila euro. L’unica nota positiva riguarda il Fondo Periferie Inclusive istituito dal governo Meloni per sviluppare politiche di inclusione sociale nelle aree più fragili della città.

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