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20 Giugno 2023 - 13:53
Un'immagine sorridente di Aly Ndao, il ventenne scomparso da sabato nel Po
I parenti di Aly Ndao tirano fuori il cellulare e mostrano il volto sorridente di questo ragazzo senegalese di 20 anni, da solo 2 In Italia. In un'altra, invece, ha la faccia seria e il pallone sotto braccio. I familiari mostrano entrambe le foto ai vigili del fuoco che, da tre giorni, cercano una persona scomparsa nelle acqua del fiume Po, al confine fra Torino e Moncalieri: finalmente quella persona ha un nome e un volto, dopo che per lunghissime ore si è pensato che non esistesse neanche. Ma è un invisibile, irregolare in Italia e ufficialmente senza fissa dimora. Per questo i parenti non si sono preoccupati prima della sua assenza: «Pensavamo che l'avessero arrestato».
Nella serata di ieri il cugino 27enne di Aly, che vive con lui in corso Brescia a Torino, si è presentato dai carabinieri di Moncalieri per denunciare la scomparsa del ragazzo, nato nel 2002 in Senegal. Così stamattina sono ripartite le ricerche dei vigili del fuoco con sommozzatori, moto d'acqua e gommone: le speranze di trovare Aly in vita sono ridotte a un lumicino, l'ipotesi più probabile è che il ventenne sia annegato e che il suo corpo sia rimasto impigliato nella zona dei circoli River Side e Master Club, in un'ansa dove l'acqua del Po é particolarmente profonda e c'è molta la vegetazione.
Grazie al numero di telefonino fornito dai parenti, nel pomeriggio i vigili del fuoco riproveranno a setacciare il fiume con un drone che rintraccia il segnale telefonico (anche se il cellulare è spento).
I cugini del giovane, anche loro senegalesi, si sono presentati all'ora di pranzo al circolo River Side, dove i pompieri hanno stabilito la base per le ricerche. E hanno finalmente fatto un po' di chiarezza su quanto successo sabato, anche se nessuno di loro era presente: «Sappiamo che sabato pomeriggio era qui con tre suoi amici italiani, che sono entrati in acqua - spiegano i parenti - Poi uno degli altri era in difficoltà e lui si è buttato per aiutarlo. Solo che non sa nuotare: in Senegal viveva nella città di Louga, a 15 chilometri dal mare».
Quindi è probabile che il ragazzo sia annegato e per fortuna una signora dall'altro lato del fiume ha assistito alla scena e ha chiamato il 112. Ma perché gli amici sono scappati anziché rimanere e aiutare le forze dell'ordine? «Forse hanno avuto paura, ci abbiamo anche parlato per chiedere di fare una ricarica. Ma non ci hanno detto niente». Anzi, sembra che un ragazzo si sia presentato sabato per recuperare degli effetti personali: era bagnato ed è scappato prima che qualcuno potesse chiedergli qualcosa.
Ma perché i parenti hanno fatto denuncia solo nella serata di ieri, lunedì? «Ho provato a chiamarlo e aveva il cellulare spento - dice il cugino che vive con Aly in corso Brescia - Ho pensato che la polizia l'avesse fermato e l'avesse arrestato perché non aveva ancora i documenti: è arrivato due anni fa tramite la Spagna e non è ancora riuscito a mettersi in regola».
Quando avete pensato che potesse essergli capitato qualcosa? «Ieri ci siamo spaventati e abbiamo cercato negli ospedali e nelle caserme. Ma non c'era traccia, così abbiamo pensato che potesse essere lui quello scomparso nel Po».
La polizia ha trovato degli effetti personali, compresi vestiti e un marsupio con banconote di piccolo taglio. Quello che viene definito il "kit dello spacciatore": «Ma lui non lo fa, è un bravo ragazzo e si comporta bene: è pulito». Ma come vive a Torino se non lavora e non ha neanche i documenti? «E' una persona tranquilla, stava con i suoi amici e cercava di tirare avanti grazie a loro. Gli davano una mano per evitare che avesse dei problemi. Adesso possiamo solo aspettare e sperare».
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