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L'ondata

Furti e spaccate a Torino, nel mirino anche il marito di Chiara Appendino

Le ultime vittime sono i commercianti di via Cibrario: «Proviamo tanta rabbia»

Spaccata furto via Cibrario

Quel che resta della vetrina del Momonittu di via Cibrario

Ripartono furti e spaccate in via Cibrario, solo l’ultima delle zone prese di mira dalle bande di ladri che stanno colpendo praticamente in tutta la città. E che hanno scatenato proteste da parte di commercianti e politici: solo un mese fa, proprio in via Cibrario, si è tenuto un corteo organizzato da Fratelli d’Italia per protestare contro le ondate di furti. Ora i negozianti tornano ad alzare la voce: «E’ una situazione che fa rabbia» si sfogano.
L’ultima vittima della raffica dei giorni scorsi è Momonittu, negozio di abbigliamento per bambini di proprietà di Marco Lavatelli, marito dell’ex sindaca Chiara Appendino. A parlare è Anna Maria, la commessa: «Martedì mattina sono passate due donne di etnia rom, insieme a un ragazzino di 11 anni e ad una bimba di 3: hanno messo a soqquadro il negozio mente le donne giravano e prendevano i vestiti. Non sono riuscita a fermarli».


La stessa notte, intorno alle 3 e mezza, qualcuno è entrato spaccando il vetro della porta con un tombino staccato a pochi metri di distanza, davanti al bar pasticceria Bombonera (poi sequestrato dalla polizia): «E’ andato dritto alla cassa e in 20 secondi se n’è andato con meno di 100 euro, senza prendere il tablet e il cellulare che c’erano lì accanto».

E’ stata l’edicolante accanto ad accorgersi della spaccata, intorno alle 5: «Fa arrabbiare perché la polizia stava passando senza fermarsi, li abbiamo dovuti chiamare noi - conferma la stessa edicolante, Grazia - Poi sono arrivate sette pattuglie. Ma ormai era tardi: dovrebbero girare di più e guardarsi più intorno».


Prosegue un’altra commerciante, che chiede di rimanere anonima: «Sono andati due volte nel bar accanto a noi, così come da Agricobi. E passano zingari a tutte le ore. Ormai tanti non fanno neanche più denuncia, perché rubano il cassetto e fanno solo tanti danni. Nella chat dei negozianti ci sono segnalazioni di continuo».

Conferma Davide, che lavora da Agricobi: «Da noi hanno spaccato una volta lanciando il “solito” tombino e un’altra con una sedia d’ufficio. E in entrambi i casi hanno preso il cassetto con 30 euro dentro, entrando e uscendo in 30 secondi, tra le 2 e 3 di notte. Ma, più del danno, è stato il fastidio del vetro rotto e della passata di pomodoro che hanno rovesciato durante il furto: viene quasi voglia di lasciare il cassetto fuori». Il metodo, quindi, è sempre lo stesso. In via Cibrario come negli altri quartieri di Torino: «Quello che fa arrabbiare è che fanno tutto “alla luce del sole”, senza neanche nascondersi il viso» continua Davide. Conferma Anna Maria: «I ladri sono sempre più spavaldi. Ieri mattina hanno spaccato anche il vetro di una macchina: questo isolato sembrava un’isola felice, ora la situazione è degenerata: so di altri furti, scippi e pure di una rapina a mano armata, qui e in via San Donato». E i commercianti ci rimettono due volte: «Siamo arrabbiati perché siamo commercianti onesti che pagano affitti e stipendi. E questi episodi peggiorano la situazione economica della via, visto che la gente potrebbe aver paura e andare a comprare altrove».

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