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Cuori spezzati

Scandalo delle nozze saltate per le corna: ora trema la Torino bene

E la Seymandi attacca: «Tradimenti? Da che pulpito. E’ stata una pagliacciata, ora verrà fuori la verità»

Scandalo delle nozze saltate per le corna: ora trema la Torino bene

Una foto in controluce al tramonto. Con il sole che sta per inabissarsi in mare, lo sguardo che si perde all’orizzonte. Casette bianche, un isolotto in lontananza. Se sia scattata a Mykonos, dove il promesso sposo le ha consigliato di andare con l’amico avvocato, non è noto. Ma l’immagine che Cristina Seymandi ha scelto per il suo profilo Wathsapp è quella di chi è determinata a lasciarsi il male che ritiene di aver subito alle spalle. Guardando avanti. Con la schiena dritta.

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Soprattutto ora che tutta Italia parla di lei e mezzo Paese la insulta. Facendola diventare un simbolo di quell’amor tradito che ha fatto la fortuna di registi e scrittori superati nella fantasia da un promesso sposo, il finanziere Massimo Segre, capace di scrivere un copione da best seller dell’estate. Ma questo non è un romanzo. I personaggi sono tutti reali. Protagonisti di quella che una volta di definiva Torino bene e ora si svela con tutti i suoi vizi, capricci e debolezze, in un turbinio di voci che si rincorrono e pettegolezzi inoltrati migliaia di volte sulle chat bollenti.

Con una domanda, che si fanno in molti: fino a dove arriverà l’onda lunga della pietra scagliata da Massimo Segre? Quali altri personaggi illustri verranno coinvolti? Quali misteriosi intrecci tra amori, politica e finanza verranno svelati? E a far intendere che non sia finita qui è proprio lei, Cristina Seymandi. Che alla nostra richiesta di intervista su Watshapp per ora non ha risposto ma ieri, su un sito, ha voluto fornire una propria ricostruzione dei fatti. Affermando che «Massimo è stato manipolato da qualcuno che ha soffiato sul fuoco e ha deciso di fare una figuraccia». Una «pagliacciata».

Aggiungendo, quando parla della sera maledetta in cui l’ha liquidata davanti a tutti dopo aver invitato gli amici di lei, visto che era il suo compleanno, che «quando se n'è andato, ed era a casa sua, ha dovuto farlo accompagnato da 4 bodyguard». E questo, secondo Seymandi, perché «aveva orchestrato tutto». Diffusione del video compresa. Quanto al tradimento, la risposta è secca: «In una frase sola: da che pulpito viene la predica». Una frase sibillina, ma chiarissima, che dà il via ad altre voci, altri pettegolezzi, altri messaggi inoltrati mille volte sui telefonini. Altre puntate, c’è da giurarci, in questa storia estiva che si trasforma in un intrigo ancora tutto da sciogliere.

Con la Seymandi che si dice certa che «la verità verrà fuori». Intanto, dice chi la conosce bene, Seymandi resta a Torino, a lavorare. Per tutta l’estate, salvo un breve periodo di vacanza con la mamma, in montagna, lontana dal frastuono, distante da tutti. Ma prima ci sono alcune cose da sistemare. Con quel “penserò se dovrò tutelarmi nelle sedi civili e penali» detto nell’intervista pubblicata ieri che, secondo qualcuno, lascerebbe intendere la possibilità di una causa a Segre da parte della manager. Che ora si dice dispiaciuta anche «per tutte le persone che sono venute fuori attorno a questa vicenda che in realtà non c’entrano nulla». Il riferimento, probabilmente, è a quegli avvocati e imprenditori di cui sono circolati i nomi come possibili “traditori” di Massimo Segre. Quanto alla libertà che lui ha detto di averle donato, lei ha le idee chiare: «Non me la concede lui, è un mio diritto, inalienabile, di persona e di donna».

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