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L'inchiesta
26 Ottobre 2023 - 14:20
Pochi medici per il soccorso avanzato e volontari che “scappano” dalle ambulanze. Senza contare aggressioni e costi in aumento: «Così non si può più andare avanti» taglia corto Walter Candela, che guida la Croce Reale di Venaria, una delle associazioni più attive per l’emergenza 118. «Di questo passo molleremo» anticipa lo stesso Candela.
Il suo è solo uno dei tanti allarmi lanciati da chi guida le ambulanze e soccorre chi cade in casa o viene coinvolto in un incidente stradale. E tutti parlano di «collasso» del sistema 118, di recente passato sotto il controllo di Azienda Zero ma affidato concretamente a volontari e dipendenti delle varie Croci, cui si affiancano medici e infermieri. Quando ci sono: in estate, di notte e nel fine settimana, ci sono ambulanze medicalizzate (5 in tutta Torino) che sono costrette a viaggiare senza il medico a bordo. Perché non ce ne sono. D’altro canto i dipendenti delle Croci sono costretti a fare migliaia di ore di straordinario: nel 2022 sono state circa 20mila.
Pochi medici e volontari in fuga
«Molti nostri iscritti ci segnalano sacrifici per coprire i turni aggiuntivi, necessari per colmare le carenze di personale - conferma Marco Selmi, presidente del Coes Piemonte, l’associazione degli autisti soccorritori - I dipendenti si ritrovano a svolgere più turni di quanti siano previsti dalla regolazione turnazione e dal vigente contratto».
Una delle cause di questi problemi è la carenza di volontari, che stanno praticamente scomparendo. Lo ha raccontato di recente su queste pagine Emilio Battistella, presidente della Croce rossa di Poirino: «Abbiamo circa 140 volontari ma solo una trentina di loro è operativa con costanza. Il risultato è che riusciamo a coprire i turni notturni di emergenza solo in due giorni su sette».
Gli fa eco Candela: «Non ci sono medici, infermieri, ambulanze e volontari: all’ultimo nostro corso solo 4 persone sono arrivate al fondo. E su 4 posti per il servizio civile è rimasto un solo ragazzo. Non se ne trovano più, d’altronde abbiamo una marea di responsabilità e di incombenze. Bisogna trovare il modo di incentivare, invece diamo 1 euro l’ora con rischi di malattie e aggressioni».
Su quest’ultimo punto ha più volte detto la sua Marco Mortara, direttore della Croce verde di Villastellone: «Il tema della mancanza di medici e di volontari non ci riguarda e non è di nostra competenza - premette Mortara - Però è vero che abbiamo subito diverse aggressioni: sappiamo che corriamo dei rischi, soprattutto in zone come Barriera di Milano. Chiediamo di avere delle body cam, servirebbero come deterrente e per risalire ai responsabili».
Un appello che per il momento non ha ottenuto risposte, anche se l’assessore regionale alla Sanità ha voluto scrivere ad Alessio Nobili, la vittima dell’ultima aggressione: «Sono profondamente indignato e rattristato da questo atto vile e gravissimo, che rappresenta una ferita per l’intera comunità. Nessuno dovrebbe mai subire violenza nel corso del proprio servizio per il bene comune. Ho posto la massima attenzione sul tema: stiamo lavorando con Azienda Zero, per sviluppare progetti concreti per ridurre questi fenomeni».
Volontari e dipendenti delle Croci chiedevano aiuto da tempo: «I pazienti ci muoiono fra le braccia e nessuno ci dà una mano a superare questi traumi» hanno raccontato qualche mese fa durante il convegno “Emozioni in emergenza. Salute mentale, trauma psicologico e resilienza” (organizzato dal Coes Piemonte, l’associazione degli autisti soccorritori. Un appello che finalmente è stato ascoltato dalla Regione e da Azienda Zero, cui compete il coordinamento del sistema d’emergenza 118: nelle scorse settimane l’assessore Luigi Icardi e il commissario di Azienda Zero, Carlo Picco, hanno firmato un protocollo per realizzare un progetto «mirato al supporto psicologico di operatori sanitari e volontari a fronte di esposizione ad Eventi Critici durante il servizio». Il protocollo prevede l’intervento dell’associazione Emdr Italia, presieduta da Carmen Isabel Fernandez Reveles (che ha firmato l’accordo): «Si tratta di un progetto innovativo che coinvolgerà, inizialmente, un team iniziale di 10 psicologi dell’associazione Emdr, che progressivamente sarà potenziato - anticipa l’assessore Icardi - I professionisti daranno supporto a tutte le Centrali Operative 118 del Piemonte, compreso l’elisoccorso, intervenendo a favore di tutti i sanitari e soccorritori nella prevenzione delle reazioni da stress.
Siamo orgogliosi di avviare anche in Piemonte questo progetto. Era una necessità resa sempre più evidente negli anni, a partire dalla pandemia Covid che ha messo a dura prova il Sistema sanitario nazionale». Soddisfatto anche il Coes Piemonte: «Apprendiamo con piacere che Azienda Zero ha firmato il protocollo di intesa con Emdr, tanto voluto è richiesto a gran voce da Coes Piemonte per tutti gli autisti soccorritori e i professionisti del 118 - rivendica il presidente regionale dell’associazione, Marco Selmi - Quando abbiamo organizzato il convengono “Emozioni in emergenza”, volevamo proprio attirare l’attenzione sulla salute mentale di chi tutti i giorni opera sulle ambulanze del 118. Avevamo bisogno di questo supporto, arrivando a denunciarne pubblicamente la mancanza. Ora, per fortuna, sarà a disposizione di tutti noi, nella speranza che possa aiutare più colleghi possibili».
Incidenti e costi alle stelle
Ma i soccorritori chiedono di più. Candela parte da un episodio concreto che è successo di recente: «Avevamo un paziente in “codice giallo” sull’ambulanza e stavamo andando al Mauriziano. Fra corso Turati e via Camogli un’auto ci ha presi nonostante sirene e lampeggianti: così uno dei nostri soccorritori è finito in ospedale insieme alla signora che avevamo a bordo. E un’ambulanza praticamente nuova, in giro da 3 ore, è andata distrutta».
«In un anno e mezzo abbiamo speso 800mila euro per i nostri mezzi a fronte di un pagamento di 26.95 euro a servizio più 0.80 al chilometro. Il Piemonte è la Regione che paga meno di tutti ma richiede tantissimo, visto che noi corriamo da Torino alla Valsusa perché non ci sono altre associazioni disponibili. E a fine anno facciamo 7.500 servizi con una spesa di 400 euro di gasolio al giorno: così non può stare in piedi».
Candela prosegue il suo sfogo: «E’ da una vita che non frega a nessuno della nostra situazione: Azienda Zero è un buco nell’acqua e anche l’Anac, l’Autorità anticorruzione, ha detto che non può operare e fare convenzioni dopo il passaggio da Città della salute. Dovrebbe sovrastare tutte le aziende, invece si continua a parlare di aria fritta mentre noi viviamo una realtà disastrosa: è una battaglia persa, di questo passo molleremo il 118».
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