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L'inaugurazione dell'hub a Mirafiori

Clamoroso: la 500 elettrica va negli Usa. Ecco cosa ha fatto John Elkann

Le novità per la storica fabbrica. E Tavares al governo: "Produrre di più? Solo con gli incentivi"

Clamoroso: la 500 elettrica va negli Usa. Ecco cosa ha detto John Elkann

Mentre John Elkann parla di fronte ad autorità e giornalisti, nella sala stampa all’interno delle ex Presse che ospitano il nuovo hub dell’economica circolare, il “polo del riciclo” che segna la nuova vita di Mirafiori, fuori dalla porta 16 ci sono operai della Lear e delegati della Fiom, mentre all’interno Carlos Tavares annuncia «Qui stiamo costruendo il futuro, un business redditizio che vi sorprenderà», di fuori domina la preoccupazione: queste novità porteranno lavoro?

John Elkann, che dopo il taglio del nastro ha lasciato lo stabilimento saltando la fase “Question & answer” con i giornalisti, ha detto che «Mirafiori continua a essere il motore dell'evoluzione di Stellantis».

E ha fatto l’annuncio atteso, ossia una nuova fase produttiva per Mirafiori: «Ogni nostro stabilimento ha una sua Mission. Qui oltre alle produzioni esistenti, all’hub circolare, contiamo di realizzare un impianto per la produzione di trasmissioni per auto elettriche grazie alla nostra joint venture con Punch Powertrain». La risposta alle preoccupazioni dei mesi scorsi per le Meccaniche, dal momento che con i nuovi veicoli BEV la produzione dei cambi tradizionali diminuirà. Da capire, però, quanto questa nuova linea, operativa all’inizio del 2024, sarà in grado di assorbire i lavoratori.

«A Torino - ha proseguito Elkann - c’è un insieme di risorse straordinarie su cui la città può contare per rinnovarsi e costruire il suo futuro. Rinnovarsi e costruire il futuro: ecco la prospettiva che si apre per Mirafiori. Qui c’è il senso dell’impegno che Stellantis prende con questo territorio. C’è un grande cambiamento in atto nell’auto, e questo territorio, insieme a Stellantis, ha le capacità per rinnovarsi e per esserne protagonista, ancora una volta». In particolare con la 500 elettrica, prodotta solo a Mirafiori, che si prepara a sbarcare negli Stati Uniti.

Svelato quindi, al di là dell’hub dell’economia circolare, il contenuto di quel “patto segreto” fra Stellantis, Comune di Torino e Regione Piemonte. Una concordia che per il presidente del Gruppo è «buona politica, quella che sa superare le visioni di parte. Ed è quella che ci auguriamo di trovare al tavolo che si insedia il 6 dicembre, con governo e sindacati».

Manca una caratteristica di tanti momenti del passato, proprio qui a Mirafiori, ossia l’annuncio magari di un nuovo modello - promesse non sempre mantenute, certo, anche da Marchionne -: a Mirafiori oltre alla 500 BEV arriveranno i nuovi modelli Maserati elettrificati. Ma il marchio Fiat, nelle parole e nella strategia, si giura che rimane centrale: «Il marchio Fiat continua a crescere in tutti i mercati. La Fiat 500 ha conquistato la posizione di leader in Germania nel mese di ottobre superando ogni altro modello tedesco normalmente in cima alla classifica».

Visionario, invece, a dir poco il discorso del ceo Carlos Tavares: «Qui recupereremo e ripareremo batterie, motori, cambi e veicoli da riutilizzare o veicoli da rivendere tramite la nostra rete. L'obiettivo è di 2,5 milioni di pezzi venduti entro il 2030. Mirafiori sarà il nostro centro di eccellenza in Europa». E sul business green, il concetto di Tavares è quello di una produzione slegata dalla dipendenza delle materie prime, dalla sostenibilità «che conduce a una produzione che combatte anche l’inflazione, che dà stabilità alla società. Il mondo sta attraversando cambiamenti profondi dai quali non potremo tornare indietro. Il nostro impegno è molto sincero, crediamo che sia la strada giusta per il pianeta e per il nostro gruppo».

Ed è a lui che viene lasciato il compito di dire quale deve essere il futuro, proprio in vista dell’incontro del 6 dicembre: «Noi vorremmo produrre più 500 elettriche qui a Torino. E anche la Panda, in un altro stabilimento. Ma se dobbiamo affrontare un costo superiore, ci servono sussidi, aiuti. Se la politica vuole proteggere la produzione, non deve avere paura del cambiamento». Ossia, se ci date gli incentivi alla rottamazione, allora produciamo di più e teniamo in produzione anche modelli che potremmo tagliare. Un avviso ai naviganti. «Suggerimenti - sorride -. E sottolineo suggerimenti».

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