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La storia
25 Novembre 2023 - 08:00
Michele Maiorano è un fiume in piena dopo il furto dell'altra sera: «Siamo a dodici furti in due anni e mezzo» si sfoga il ristoratore. Che dopo l’ultima “spaccata col tombino”, ripresa dalle telecamere, ha girato mezzo centro di Torino per rintracciare il ladro. E ora sta pagando delle guardie private per proteggere i suoi locali: «E’ vergognoso, ormai lavorare a Torino è come essere in guerra».
A scatenare la rabbia di Maiorano è quanto successo da Magno, suo ristorante pizzeria in via Andrea Doria, nel cuore di Torino. Tutto immortalato dalla telecamera piazzata sopra l’ingresso: sono le 3.30 di giovedì quando un uomo si presenta con in mano un tombino sradicato nella vicina via Lagrange. Si guarda intorno, vede che non c’è nessuno e lo scaglia contro la vetrina. Poi lo raccoglie e ripete l’operazione. A quel punto si è creato un varco sufficiente per entrare e “colpire”.
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«Si è portato via tutto quello che avevamo in cassa, quasi 4mila euro - riporta il ristoratore - Poi le mance dei ragazzi e due bottiglie esposte all’ingresso, che valevano 100 euro l’una». Un bottino importante per il ladro, una scena già vista per Maiorano: «E’ l’ennesima volta che mi devo alzare alle 3 di notte e andare al locale per fare la conta dei danni. E tutto per un furto durato 50 secondi».
I numeri di Magno sono da record. E non per il fatturato, purtroppo: «Da quando abbiamo aperto, due anni e mezzo fa, siamo già a dodici furti. Di recente uno ci ha portato via una cassa di liquori, a settembre qualcuno ha agganciato la porta scorrevole, l’ha forzata per farsi spazio e si è portato via gli iPad che usiamo per prendere gli ordini, contanti e sette assegni di un carnet. In questi giorni siamo presi di mira, so che sono entrati anche in altri negozi e locali del centro. Senza contare i nomadi che arrivano e portano via».
Il commerciante non usa mezzi termini nel suo sfogo: «E’ vergognoso, probabilmente dietro ci sono sempre le stesse persone. Ormai Torino è una guerra selvaggia, ci sono pure i nomadi che entrano e rubano cellulari nostri o dei clienti. O quelli che ci portano via biciclette e monopattini. Qui non si può più vivere o lavorare: abbiamo clienti che ci dicono che Torino è bellissima ma sono allibiti a vedere questi episodi, con i ladri che vengono dalla periferia al centro. E non ci sono tracce di controlli: i vigili si vedono solo per verificare il volume della musica o fare multe. E carabinieri e polizia hanno troppo poche pattuglie per intervenire: vorrei proprio parlare con il sindaco, che dice che è tutto tranquillo e non fa nulla per tutelarci».
E’ per questo che Maiorano si sta attrezzando in altri modi: «L’altra notte io e mio figlio abbiamo girato per tutto il centro a caccia del ladro. Ma non lo abbiamo trovato né noi né i carabinieri. Adesso, in aggiunta all’azienda di vigilanza, ho ingaggiato una guardia che controllerà il locale fino a quando mi metteranno il nuovo vetro. Ho un altro locale in piazza Carlina, dove io e gli altri titolari investiamo di tasca nostra per avere degli addetti fissi che controllino».
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