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Il lutto

Donò le sue opere alla città, addio all’artista Massimo Ghiotti

Il professore è morto a 85 anni. Ha esposto in tutto il mondo (e anche nella sua Torino)

L'artista torinese Massimo Ghiotti insieme a una delle sue opere

L'artista torinese Massimo Ghiotti insieme a una delle sue opere

Nel 2018, insieme ad altri artisti contemporanei, presentò una denuncia in Comune di Torino per le «spese irrisorie destinate al restauro dei monumenti torinesi».

Massimo Ghiotti, noto artista torinese di 85 anni, quella vittoria non l'ha mai ottenuta. Lunedì sera, 27 novembre, il suo cuore ha smesso di battere. A darne l'annuncio sono stati i suoi amici, nonché tutti i grandi artisti che hanno contribuito - negli anni - a rendere più bella Torino.

LE OPERE TORINESI (E NON)

Membro dell’Accademia Albertina di Belle Arti e insegnante al I Liceo Artistico di Figura e Ornato modellato, a Torino ha donato diverse opere. Una si trova attualmente nel cortile del centro civico della Sette, una nel cortile dell’Avogadro, una nell’area ex Metec di via Macerata (Acropoli), una nel cortile del liceo artistico di via Carcano e altre due nel cortile d’onore dell’Università degli Studi, in via Po. Nel mondo ha esposto a San Pietroburgo, Mosca, Lugano e Bayonne.

L'ARTE VANDALIZZATA

Ma c'è qualcosa che il professore non ha mai gradito: gli atti vandalici, i tag e tutti quei pastrocchi che hanno danneggiato la sua arte. Un esempio sono le opere collocate vent’anni fa in via Mombasiglio, nel quartiere Santa Rita, come segno di riqualificazione e di rilancio e oggi abbandonate al degrado e all’incuria.

Posizionate sulle ceneri della vecchia fabbrica di caramelle Baratti di Milano, sono opere realizzate a scomputo degli oneri di urbanizzazione. Nel 2011 l’assessore alla Cultura di Palazzo Civico era Fiorenzo Alfieri e piazza Monfalcone - così come viene ribattezzata, pur non essendoci mai stata una vera e propria intitolazione - divenne il luogo scelto per ospitare le tre sculture dallo spirito geometrico. Ci fu una grande inaugurazione ma alla fine «fu un fuoco di paglia, perché a quel progetto non ne seguirono altri» così ci raccontò Ghiotti in una intervista concessa al nostro giornale.

Massimo Ghiotti, intervistato dal nostro quotidiano alcuni anni fa

IL CASO DI VIA MOMBASIGLIO

“S-velata”, l’opera di colore rosso di via Mombasiglio, è una composizione singolare. Si tratta di una fontana costituita da un assemblaggio di travi rosse con attorno una vasca d’acqua circolare. L’acqua, almeno un tempo, fuoriusciva dalla parte centrale e scorreva nella fontana. Un'opera durata un paio d'anni. Poi è diventata un monumento al degrado, sicuramente la più vandalizzata delle tre presenti nello slargo. Coperta da tag, scritte d’amore e altre porcherie che poco hanno di artistico.

L'APPELLO

Nel 2018 come detto, l'artista presentò una denuncia in Comune a Torino, contro il degrado. Nel 2021 lanciò un nuovo appello: «spero che la nuova amministrazione - ci disse -, possa dimostrare più amore di quella precedente per l’arte. E parlo a nome di tutti gli artisti di questa splendida città». Purtroppo benché la Città si sia spesa per restaurare molti suoi monumenti, altri ancora giacciono nel degrado (ad eccezione del totem di via Macerata, che è stato completamente ripulito).

I funerali si svolgeranno domani, mercoledì 29 novembre, alle 11 a Santa Margherita in strada San Vincenzo 146.

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