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il caso

Perché vivere sulla collina di Torino non è più sicuro

Ville e case da sogno. Ma ora scatta l'allarme sicurezza

In collina è allarme per furti e rapine

In collina è allarme per furti e rapine

Un mondo che torna ad avere paura. Rapine, maxi-furti, sequestri di persona. La collina di Torino fa di nuovo gola alla malavita e Marco Gatta, l’erede dei Lancia che l’altra sera a Moncalieri ha messo in fuga tre rapinatori sparando con la pistola, è solo l’ultimo di una lunga lista di personaggi, noti o meno noti, finiti nel mirino dei banditi. E mica bastano video-sorveglianza, custodi, spuntoni sui cancelli e cagnoni ringhiosi: l’upper class coi villoni su queste strade che dall’alto dominano il capoluogo non si sente al sicuro. E i colpi si susseguono, uno dopo l’altro.

Banditi a casa Gatta
Marco Gatta, nipote di Vincenzo Lancia - rapito nel ‘79 e rilasciato dietro pagamento di 750 milioni di lire - abita in strada San Michele. Due piani, nel piazzale panettoni, catene per evitare parcheggi indesiderati (il custode alla vista dei cronisti chiama i vigili per riferire il numero di targa dell’auto) e tre grossi cani che spuntano fuori al suono del campanello. «Non abbiamo nulla da dire, capisca la situazione», risponde una voce femminile. Eppure qui la paura c’è. «Da qualche mese ho la video-sorveglianza, dopo che estranei continuavano a entrare in giardino», rivela al citofono una vicina di casa di Gatta. Ma il nipote di Lancia in tutta la mattinata non mette il naso fuori dalla villa. Tuttavia in strada San Michele le telecamere sono ovunque, così come i cani, perlopiù pastori tedeschi. Per pochi le auto che salgono e scendono, dalla Mercedes Glc Coupé al Range Rover. «Marco Gatta? No, non so niente, ma i ladri qui girano spesso», la risposta che danno in parecchi.

Gli altri colpi
Gatta ma non solo, perché solo quattro giorni fa denaro, borse e gioielli per la bella sommetta di 80mila euro sono stati portati via da una villa di Borgo Crimea. Viale Thovez questa volta, non più Moncalieri ma Torino, ma pur sempre di collina si parla. E che dire della dentista di 61 anni sequestrata in casa dai banditi un mese fa, in zona Gran Madre. In quel caso però, il colpo non è riuscito perché è arrivata la polizia. E’ andata molto peggio, invece, al costruttore Alessandro Gilardi, presidente e amministratore delegato della Costruzioni Generali Gilardi spa, aggredito un anno fa al Monte dei Cappuccini e rapinato del suo Rolex da 25mila euro. A ripulirlo era stato un commando di tre banditi in moto. Gilardi, che viaggiava a bordo di una Porsche, era stato prima seguito e poi rapinato.

Lo stesso modus operandi i banditi l’hanno usato a luglio di quest’anno per rapinare un assicuratore in pensione, sempre sulla collina di Torino. L’uomo, 86 anni, era in strada Val Pattonera, non lontano da casa quando intorno a mezzogiorno quattro motociclisti a bordo di due moto di grossa cilindrata lo hanno sorpreso, sbarrandogli la strada e facendosi consegnare il suo prezioso orologio, un Daytona da 30mila euro, più una collana d'oro che l'anziano portava al collo. Insomma i colpi si susseguono e le vittime quando non sono calciatori della Juve (come Di Maria, Kean o Kaio Jorge) sono ricchi industriali. Pedinati o inseguiti, e poi rapinati a volte anche con violenza. E’ successo anche fuori Torino, a giugno di quest’anno, a Buttigliera Alta dove due banditi col volto coperto hanno legato due ragazzi in una villa - il figlio del padrone e una ragazza - per poi fuggire col bottino. E pur essendo nella zona di Avigliana, Buttigliera è sempre in collina. Quella collina che ora trema.

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