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La guerra per l'Eredità Agnelli
04 Gennaio 2024 - 12:11
Dove è finita la collezione d'arte dell'Avvocato Gianni Agnelli, un tesoro segreto che potrebbe valere oltre 2 miliardi? Una intricata questione ereditaria divenuta un autentico giallo internazionale. E se nella tradizione del giallo si è soliti dire che "l'assassino è il maggiordomo", qui la verità potrebbe venire fuori da due insospettabili: le governanti di Villa Frescot, la storica dimora della Famiglia.
Si chiamano Paola Montalto e Tiziana Russi e sono state le governanti quando era in vita l'Avvocato e anche sua moglie Marella Caracciolo. Ora un giudice ipotizza che loro possano ricordare le opere d'arte presenti nelle case al momento dei traslochi - quando vi andò ad abitare John Elkann, pagando un "affitto" alla nonna, e successivamente quando liberò Villa Frescot divenuta di proprietà della madre Margherita - e occorre chiedere se abbiano mai curato l'inventario, e se siano a conoscenza della collocazione o degli spostamenti nel tempo delle tredici opere d`arte reclamate da Margherita Agnelli.
E' quanto dispone una ordinanza del gip milanese Lidia Castellucci che accoglie la richiesta dell'agosto 2023 dei pm Fusco e Barilli di archiviare la posizione di due indagati per ricettazione: il gallerista svizzero Giovanni Gabriele Martino e il suo collaboratore Gennaro Martusciello, accusati dall'investigatore privato Andrea Galli, ingaggiato da Margherita Agnelli, di custodire in un caveau frontaliero a Chiasso alcune opere collezionate dall'Avvocato (Picasso, Bacon, Monet, de Chirico, Balthus, Gérome e Balla) di cui la figlia di Gianni Agnelli lamenta la sparizione nel 2019 dal proprio asset ereditario.
Vi sono state perquisizioni dei caveau senza trovare nulla, rogatorie eseguite dalla Svizzera, testi e controlli incrociati su registri e telecamere che "non hanno consentito di rinvenire alcun coinvolgimento" dei due indagati. Né si può - aggiunge la gip - seguire altre notizie adombrate dallo 007 privato di Marella Caracciolo sulla fiduciaria Fidersel spa (dietro cui per lei si celerebbe il figlio John Elkann). Il detective - riportano le agenzie di stampa citando il Corriere della Sera - si trincera dietro il segreto professionale sulle fonti, il che "non consente di svolgere alcuna seria valutazione sulla loro esistenza e attendibilità".
Per la gip, oltre a sentire le due testimoni, i pm possono come ultimo tentativo per individuare "i soggetti che si sono appropriati delle 13 opere d'arte", consultare "tutte le banche dati tenute presso i competenti uffici, compresi quella del Ministero della Cultura e la piattaforma Sistemi Uffici Esportazione". Appena sette giorni fa il Tar del Lazio aveva negato alla Rai (per un giornalista di Report) l'accesso civico generalizzato all'elenco ministeriale delle opere di interesse nazionale appartenute a Gianni Agnelli con indicazione del titolare e del luogo: un rifiuto motivato dall`asserita esistenza non di un "interesse pubblico" legittimante ma di un mero "interesse del pubblico", tale da far "prevalere le ragioni di riservatezza e sicurezza" degli Elkann.
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