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Giornali, Cairo ne chiude cinque e manda tutti in cassa

Addio ad Airone, For Men, Bell'Europa e altri. I timori dei dipendenti

Giornali, Cairo ne chiude cinque e manda tutti in cassa

Se John Elkann vuole vendere, Urbano Cairo chiude. Un momento complicato, per l'editoria italiana, che vede la maggior parte delle testate accusare un forte calo di lettori. E così, mentre si rincorrono le voci di una offerta per La Repubblica del Gruppo Gedi, arriva il colpo di scena della chiusura di cinque testate del gruppo Cairo Editore.

Il presidente del Toro, nonché di Rcs Corriere della Sera e La7, ha annunciato la decisione di sospendere la pubblicazione delle testate Airone, For Men, In Viaggio, Bell’Europa e Antiquariato, a partire dal numero di marzo. "Giornali che in questi anni hanno contribuito al successo dell’editore Urbano Cairo, molte dei quali hanno superato il ragguardevole traguardo dei 500 numeri" spiega una nota del Cdr dei periodici del gruppo di corso Magenta a Milano. Per giornalisti e impiegati, si valutano cassa integrazione e prepensionamenti.

"Per la prima volta nella storia della Cairo Editore Spa, viene richiesto un piano di ristrutturazione in presenza di crisi, con cassa integrazione finalizzata a piani di prepensionamento - spiega la nota -. Le RSU ha appreso con rammarico dalla decisione di sospendere le pubblicazioni per le testate citate, decisione resa nota peraltro con anticipo molto stretto sia a noi che a tutti i nostri lettori e non comprendiamo come mai non sia stato possibile trovare altre soluzioni, che prevedessero un rilancio di queste testate, magari facendo ricorso all’on line. L’azienda ci ha espresso la sua volontà di ricollocare tutti gli esuberi, decisione che accogliamo, ovviamente, con favore. Le RSU si augurano tuttavia che vengano salvaguardate e valorizzate al meglio le competenze delle singole professionalità e che venga su questo punto aperto un ampio confronto".

Un fulmine a ciel sereno, verrebbe da dire, considerando che invece la Cairo Communication aveva riportato, riguardo i primi nove mesi del 2023,  828,8 milioni di euro per quanto riguarda i ricavi consolidati lordi. Quanto al Corriere della Sera, i dati AgCom lo confermano come il primo quotidiano venduto in Italia, ma la nota dell'osservatorio spiega che "i principali cinque quotidiani a diffusione nazionale considerati generalisti (in ordine di diffusione: Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, L’Avvenire e Il Messaggero), nei primi nove mesi del 2023 hanno registrato una flessione nella vendita di copie cartacee pari all’11,8% rispetto ai corrispondenti volumi del 2022 (tale flessione si amplia al 38,8% con riferimento al corrispondente periodo del 2019)". 

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