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Il progetto di Estrema

Nella ex Maserati un Hyper Suv per gli sceicchi LE FOTO

Gianfranco Pizzuto pronto a comprare la fabbrica e avviare la produzione entro luglio

Nella ex Maserati un Hyper Suv per gli sceicchi LE FOTO

Ecco come sarà l'Hyper Suv di Estrema

Non solo la supercar da tre milioni di euro che farà innamorare - l’ha già fatto - gli sceicchi o i ricchi cinesi: nella fabbrica ex Maserati, messa in vendita da Fiat, nascerà anche un Hyper Suv, anche questo totalmente elettrico, che farà impazzire il mercato.

Per ora il nome è ancora top secret e anche le prime immagini, che siamo in grado di mostrarvi, sono un poco “vedo e non vedo”, perché designer e progettisti non vogliono dare troppe indicazioni ai loro concorrenti.
Inoltre, sempre a Grugliasco, si lavorerà sulla realizzazione di «una sexy city car» con innovativa tecnologia “battery swap”. Oltre a un veicolo a elica e decollo verticale, di dimensioni contenute, che potrebbe sostituire, in maniera estremamente ecologica, sia elicotteri sia jet privati.

Sono queste le novità che arrivano da Gianfranco Pizzuto, il fondatore della Automobili Estrema, una start up che ha già presentato al mondo la Fulminea, una hypercar totalmente elettrica da 2040 cavalli in grado di spingerla da 0 a 320 chilometri orari in meno di 10 secondi e una autonomia di 520 chilometri. «Ma lei è la parte sexy del progetto» racconta Pizzuto, che è ormai in rampa di lancio per l’acquisizione dello stabilimento ex Maserati - ed ex Bertone - messo in vendita da Stellantis.

Dopo aver visitato lo stabilimento, Pizzuto ha portato avanti la trattativa con l’Ipi di Massimo Segre, che gestisce la vendita: il prezzo sta fra i 20 e i 25 milioni di euro, «e mi hanno detto di presentarmi con l’assegno per una offerta vincolante di acquisto». In rampa di lancio, dunque. Anche se, al momento, la difficoltà maggiore è ottenere i fondi necessari: «Sto trattando con un paio di banche tedesche, dopo che un gruppo bancario italiano mi ha risposto picche. Il piano mio e dei miei soci è di concludere tutto entro marzo, per entrare nello stabilimento e avviare i lavori il 1° luglio».

Da quando, mesi fa, Pizzuto si è fatto avanti per la ex Maserati ha già raccolto molto sostegno: «A cominciare da operai Stellantis e della Lear, che faceva i sedili della Maserati, adesso in cassa integrazione. Il nostro progetto prevede di assorbire molti di loro, secondo un piano di formazione sul modello americano». Sì, perché a Grugliasco non nascerà soltanto una fabbrica di automobili elettriche, bensì un vero e proprio Technology Hub, con campus in stile americano, l’Estrema Academy, i laboratori di ricerca, gli impianti per la produzione di batterie e quelli fotovoltaici. «In pratica un intero ecosistema per rilanciare la produzione Made in Italy e risollevare un territorio in profonda crisi» dice ancora Pizzuto.

Per arrivare a questo, l’imprenditore sta cercando sostegno nelle linee di credito. Nei giorni scorsi ha avuto alcuni incontri anche a Roma, tra cui il senatore pinerolese Lucio Malan «che mi è sembrato molto interessato. Sia ben chiaro: io non sono interessato a donazioni o soldi a fondo perduto, a me interessa soltanto ottenere un accesso al credito, tramite società anche dello stato, oppure con Cassa Depositi e Prestiti, se volesse entrare nel capitale sociale. Al di là dell’acquisto dell’immobile, che è libero da qualsiasi ipotesi speculativa perché è una fabbrica e tale deve rimanere, c’è una nuova tecnologia che noi dobbiamo trasformare in produzione. Ma con l’attuale sistema, fra fisco e burocrazia, le start up come la nostra hanno difficoltà».

Dunque, una hypercar, un suv, la city car e l’aereo: se la prima costa attorno ai tre milioni di euro, quale sarà il suo mercato? «Ho contatti con importanti dealer già di Maserati e Ferrari in Germania, a Taiwan e negli Emirati Arabi Uniti». Una clientela ricca e “green oriented” che avrebbe già piazzato i primi ordini della Fulminea. «Sarebbe fantastico se potessimo consegnare le prime due a dicembre o nei primi mesi del prossimo anno».

La svolta tecnologica sta nelle batterie: la Fulminea usa celle Li-ion con elettrolita allo stato solido unita a una seconda batteria fatta di soli supercondensatori, una «batteria ibrida». Il software che ne gestisce potenza e consumi era stato sviluppato in origine per un progetto della Nasa. Un sistema di intelligenza artificiale completa il concentrato tecnologico di quelle che saranno veri e propri laboratori su ruote da oltre 300 all’ora.

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