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IL CASO
09 Febbraio 2024 - 06:30
Sindaco e prefetto
«La decisione non è stata condivisa». Parla malvolentieri del caso Askatasuna, il prefetto di Torino Giovanni Donato Cafagna. Ma non le manda a dire. «È frutto di una decisione autonoma dell’amministrazione comunale» spiega ai cronisti che gli chiedono se il progetto di rendere la casa di Aska un “bene comune” della città fosse stata condivisa o meno con la Prefettura.
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«Ci sono state delle attività svolte dai vigili del fuoco con una delega dell’autorità giudiziaria» ricorda il prefetto, ma non fa cenno a un percorso comune portato avanti con il sindaco Stefano Lo Russo. «Non vi hanno avvisati?» domandano i giornalisti a margine della firma del protocollo d’intesa per la creazione di Nuovi cantieri di educazione civica. «Noi ne siamo venuti a conoscenza consapevolmente nel momento in cui è arrivata la delibera». Vale a dire martedì scorso. E prima? «C’è stata una generica comunicazione al riguardo, legata al discorso di dare attuazione ai controlli dei vigili del fuoco e ai provvedimenti dell’autorità giudiziaria». Quei famosi verbali di Asl, Spresal e vigili del fuoco che indicano con chiarezza la pericolosità dello stabile di corso Regina 47. Niente di più.
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Non è passato molto tempo prima che l’affondo di Cafagna arrivasse alle orecchie di Lo Russo che pure, nei giorni scorsi, non ha mancato di sottolineare come, in 27 anni, non sia mai stato predisposto lo sgombero dello stabile. «È potere del prefetto adottare provvedimenti in funzione dell’ordine pubblico» aveva sottolineato il sindaco in Sala Rossa.
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Poi, dopo una telefonata con il prefetto, ecco la nota di Palazzo Civico: «Come ha correttamente confermato agli organi di stampa il Prefetto Cafagna, le autorità preposte all’ordine pubblico e la Procura della Repubblica sono state informate del percorso che come amministrazione intendevamo avviare in ordine all’immobile di Corso Regina Margherita 47 in diverse circostanze, da ultimo in apposito incontro in data 16 gennaio 2024. A valle dell’approvazione della Deliberazione di Giunta Comunale n. 33, avvenuta in data 30 gennaio 2024, tale atto è stato formalmente trasmesso in copia». Una formula arzigogolata per dire che la Prefettura sapeva. Diverso è condividere l’approccio.
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