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Il caso
20 Febbraio 2024 - 08:00
Giardini Reali
Prosegue la raccolta firme su Change.org in difesa degli alberi dei Giardini Reali. Partita in seguito al taglio di un grosso tiglio avvenuto lo scorso 2 febbraio, la petizione, attivata da un gruppo di cittadini, ha superato le mille adesioni e viaggia di pari passo con la campagna di mail bombing, che conta più di cento invii. Atti di protesta per chiedere alla direzione dei Musei Reali la pubblicazione della documentazione «attestante la motivazione degli abbattimenti e la sospensione dei lavori in attesa di altri pareri tecnici». Pubblicazione dei documenti e sospensione che non sono avvenute.
Fino ad oggi, si contano 12 alberi abbattuti, quattro «risalenti probabilmente ad un taglio del mese di novembre». Abbattimenti di cui i cittadini chiedono conto anche attraverso una lettera aperta, indirizzata al direttore dei Musei. «Chiediamo una sua dichiarazione ufficiale per capire quel è lo stato dell’arte e quali sono le sue intenzioni alla luce della nostra protesta».
I tagli fanno parte di un progetto di messa in sicurezza degli alberi «il cui studio sullo stato di salute generale – hanno spiegato i Musei Reali in una nota – è stato condotto da un professionista agronomo» con le autorizzazioni previste della Soprintendenza. Un intervento «di restauro e valorizzazione della porzione di Levante con fondi Pnrr».
Le analisi, viene spiegato nella nota, hanno riscontrato un peggioramento di alcuni esemplari, ritenuti in condizioni critiche, soprattutto lungo i Bastioni. Per questo, saranno abbattuti altri 10 alberi: 1 acero, 2 ippocastani, 1 carpino e 6 platani.
Per ogni albero tagliato è «prevista la messa a dimora di nuovi esemplari», hanno assicurato i Musei Reali, che per salvaguardare più piante possibili aderiranno ad un progetto dell’Università che prevede di mettere nidi per cinciallegre e allocchi sugli alberi. Ma la battaglia per salvare gli alberi dei Giardini Reali, che si affianca alla lotta del comitato in difesa del Parco della Pellerina e a quella degli alberi di corso Belgio, non si arresta. «Nell’attesa di una risposta continueremo nella nostra sensibilizzazione, smuovendo anche la parte politica».
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