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La crisi dell'auto
06 Marzo 2024 - 18:30
Subito un nuovo modello o Mirafiori muore. I sindacati adesso lo dicono chiaramente: "È sempre più evidente che a Mirafiori serve un nuovo modello. Ci aspettano mesi complicati, chiediamo alle istituzioni di accelerare un percorso che dia prospettive e futuro a tutto il comparto automotive torinese" è la dichiarazione di Luigi Paone, segretario generale UILM Torino, dopo l'annuncio arrivato nel pomeriggio su Mirafiori.
Lo storico stabilimento si ferma: altre tre settimane di cassa integrazione, da 2 al 20 aprile, che si aggiungono a quelle a rotazione che già coinvolgevano i lavoratori delle Carrozzerie e che avrebbero dovuto terminare il 30 marzo. Invece, sarà una Pasqua amarissima: dal 2 al 20 aprile si fermeranno 1.240 lavoratori della Fiat 500 elettrica e mille della Maserati. E oltre a loro, cassa integrazione anche per i 350 delle Presse, che si fermeranno nei giorni 4 5 11, 12, 17, 18, e 19 aprile.
La motivazione addotta dall'azienda è "adeguare i flussi produttivi delle vetture Fiat 500 BEV e Maserati Granturismo al transitorio andamento del mercato". Traduzione: la Fiat 500 elettrica non vende abbastanza. E i dati delle immatricolazioni di febbraio lo dimostrano: solo 245 vetture in meno, meno della produzione giornaliera di Mirafiori, praticamente la metà di quelle dell'anno prima. Quanto alla versione Abarth, anche questa prodotta a Mirafiori, appena 14 unità vendute in un mese.
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