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LA POLITICA
09 Marzo 2024 - 09:10
Verso le elezioni regionali
Tutto fermo. Gli occhi sono puntati sul voto in Abruzzo. Da un lato, c’è il presidente uscente Marco Marsilio, uomo di Giorgia Meloni e rappresentate della coalizione di centrodestra. Dall’altro, Luciano D’Amico, il civico che ha riunito sotto la sua bandiera centrosinistra e Movimento 5 Stelle in un campo largo che punta tutto sul “rimontone”. La forbice tra i due schieramenti appare stretta (forse ancor più che in Sardegna) e il governo Meloni non può rischiare di portare a casa una seconda sconfitta regionale. Tanto più schierando in campo un governatore uscente. La partita si prevede che si giocherà voto su voto, e il Piemonte, dal canto suo, attende.
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Se la coalizione di campo largo dovesse avere la meglio in Abruzzo, potrebbe essere la spinta decisiva per convincere anche i più accaniti separatisti a deporre le armi in Piemonte. Tanto più che anche in Basilicata l’accordo per andare al voto insieme tra Pd e M5s si sarebbe concretizzato nel pomeriggio. C’è poi chi sostiene che anche in caso di sconfitta, basterebbe “il rimontone” del campo largo (partito sotto di 20 punti almeno) per convincere il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte a cedere alle lusinghe dell’accordo con il Partito democratico anche in Piemonte. In quel caso poi - e solo il quel caso - servirà tirare fuori dal cilindro il nome di un candidato civico che accontenti tutti. Un medico, un avvocato. Un professore, forse, che possa farsi porta bandiera della coalizione che fronteggerà il presidente uscente Alberto Cirio, candidato ufficiale per il centrodestra.
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«La priorità è sempre quella di costruire un’alleanza quanto più ampia e competitiva possibile» rimarca il vicepresidente del consiglio regionale Daniele Valle (Pd) e si conferma disponibile a scendere in campo, «ammesso che questo non sia di ostacolo alla costruzione dell’alleanza» aggiunge. Non molla neppure la vice presidente dei dem Chiara Gribaudo. «Io non mi sono mai auto candidata, mi sono resa disponibile» ricorda. E ancora a urne chiuse sottolinea come «uniti si può vincere». Di contro, «certamente divisi si perde». La discussione appare ancora aperta. «Il M5s sta dimostrando concretamente nei Comuni di essere aperto al dialogo» rimarca la capo gruppo dei Cinque Stelle in regione Sarah Disabato. «Abbiamo appogiato anche candidati espressi dal Pd» ricorda. «Non c’è nessun pregiudizio ideolgico - aggiunge -. E siamo stati gli unici a fare dei passi avanti in questo senso. Abbiamo chiesto risposte sui programmi, in particolar modo sulla sanità pubblica, e non ne abbiamo ricevuti, per ora».
In bilico anche il congresso del Pd in programma per la prossima settimana. In caso di sconfitta del campo largo in Abruzzo, il Pd passerebbe di lì per decidere il proprio candidato da schierare. C’è anche la possibilità che si decida di aspettare anche l’esito della tornata in Basilicata. E nel frattempo Cirio è già in campagna elettorale e prosegue con la creazione della sua lista.
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