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Stellantis, c'è l'accordo. Ecco quanti dipendenti devono andarsene (e quanto prenderanno)

Il Gruppo: "Dobbiamo minimizzare l'impatto del passaggio all'elettrico". I sindacati: "Vogliamo incontrare Tavares"

Stellantis, c'è l'accordo. Ecco quanti dipendenti devono andarsene (e quanto prenderanno)

Se tutti gli operai e gli impiegati cui vengono offerti incentivi per dimettersi accettassero, allora Stellantis spenderebbe per “licenziare” quasi quanto per produrre: considerando il numero di dipendenti presi in esame e la cifra forfettaria - in aggiunta a un calcolo delle mensilità - che va dai 20mila ai 30mila euro, la somma totale raggiungerebbe 650mila euro: considerando poi tutto assieme si aggiunge un ulteriore miliardo. Una cifra da capogiro, che però evidentemente il Gruppo ha convenienza a pagare, pur di raggiungere il proprio obiettivo, che è quello di "minimizzare gli impatti legati alla trasformazione" energetica in atto. Vediamo le cifre nel dettaglio.

Si parte dall'accordo quadro che Stellantis ha firmato ieri con i sindacati, a esclusione della Fiom, per i trattamenti economici previsti "previsti per i lavoratori interessati alla risoluzione del proprio rapporto di lavoro" sia perché vicini alla pensione, sia perché desiderosi di cambiare. In pratica, una nuova offerta di incentivi alle dimissioni dopo le tranche dei mesi scorsi, che andavano sotto la definizione di "Costruisci il tuo futuro", come da mail inviata ai dipendenti. Ma quanti saranno gli invitati ad andarsene?

Negli ambienti sindacali nessuno lo dice ufficialmente e d'altra parte ogni numero è semplicemente teorico: non tutti accetteranno, infatti, e l'accordo quadro parla di uscite "su base volontaria""Il criterio della non opposizione - confermano Fismic e Uilm che hanno firmato l'accordo - garantirà che potranno uscire, fra i lavoratori eventualmente appartenenti alle unità produttive e alle funzioni in cui verranno dichiarati esuberi da parte della Azienda, solo coloro che espressamente accetteranno l’uscita incentivata". Fonti bene informate stimano circa 5mila persone sulle 86mila e rotti del Gruppo in Italia

"L’automotive mondiale sta cambiando velocemente e l’Italia ha un ruolo cruciale da svolgere attraverso questa trasformazione epocale. La transizione energetica ci ha portato a ragionare in un modo diverso rispetto al passato se volevamo continuare a essere competitivi e questo ci ha portato oggi a dover utilizzare al meglio la capacità sia in termini di assets che di risorse" spiega l'azienda tramite un suo portavoce. Ribadendo però "la centralità dell’Italia nell’ambito delle sue attività globali e la dimostrazione sono gli investimenti per diversi miliardi di euro che sono stati fatti recentemente". Ossia la Gigafactory di Termoli, le piattaforme STLA Medium e STLA Large rispettivamente a Melfi e Cassino, i 240 milioni annunciati a Torino per Mirafiori, il Battery Technology Center, lo stabilimento per la produzione del cambio elettrificato eDCT, il grEEn Campus e l’Hub di Economia Circolare SustainERA.

Ma quali saranno le cifre per i lavoratori? Chi ha già i requisiti per la pensione riceverà circa 6 mensilità; chi li maturerà entro quattro anni, riceverà per i primi 24 mesi un importo tale da raggiungere, assieme alla Naspi, il 90% della retribuzione lorda e per i successivi 24 mesi un importo lordo pari al 70% della retribuzione lorda più un’ulteriore somma equivalente ai contributi previdenziali da versare.

Per tutti gli altri, gli incentivi cambiano con l'età: fra i 35 e i 39 anni 12 mensilità più 20mila euro (quindi ragioniamo dai 15mila euro annui di un operaio ai 40mila di un impiegato); fra i 40 e i 44 anni 18 mensilità più 20mila euro, fra i 45 e i 49 anni saranno 24 mensilità più 30mila euro, fra i 50 e i 54 anni - la fascia d'età più numerosa a Mirafiori, che è lo stabilimento più anziano d'Italia, e gli Enti Centrali - 30 mensilità più 30mila euro; dai 55 anni in su 33 mensilità più 30mila euro (quindi, per alcuni in questa fascia, magari tra i quadri al di sotto della dirigenza, si potrebbe arrivare a 200mila euro lordi).

Per tutti gli "esodati", ci sarà anche l'offerta dei servizi della azienda di active placement, anche aderendo alla clausola rete di sicurezza che consente la riassunzione in Stellantis per mancato superamento del periodo di prova. Nelle prossime settimane Stellantis avvierà le procedure di uscita a livello territoriale.

"Al contempo - spiegano i sindacati - porteremo avanti il confronto sulle strategie e sulle prospettive industriali, in modo specifico con Stellantis a cui abbiamo chiesto un incontro con l’amministratore delegato Carlos Tavares, nonché al tavolo riconvocato per i giorni 2 e 3 aprile presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, a cui chiediamo una politica di supporto per il settore automotive. Per l’Italia chiediamo nuovi modelli di larga produzione non incentrati esclusivamente sull’elettrico, che evidentemente stenta evidentemente a imporsi sul mercato. Alla politica un approccio più equilibrato e meno ideologico alla transizione, che deve diventare davvero rispettosa delle esigenze ambientali, economiche e sociali".

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