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La crisi dell'automotive

Un altro piano di incentivi alle dimissioni, "Così Stellantis svuota le fabbriche"

La Fiom rifiuta l'accordo sindacale e chiede al governo di convocare Tavares a Palazzo Chigi

Un altro piano di incentivi alle dimissioni, "Così Stellantis svuota le fabbriche"

Mentre il ministero fissa le date per gli incontri del Tavolo sull'Automotive, Stellantis prosegue con la sua politica di esodi incentivati: "Vogliono svuotare le fabbriche, noi non ci stiamo". Il clima, quindi, si scalda in vista degli incontri, ma anche nell'attesa di un piano straordinario per Mirafiori.

Tutto parte da una riunione, nella mattinata di oggi, di Stellantis con le organizzazioni sindacali: il Gruppo avrebbe proposto un accordo nazionale relativo alle uscite volontarie incentivate, quelle stesse già portate in avanti - con trattative individuali - in vari stabilimenti e negli Enti Centrali. In pratica, piani di prepensionamento o di incentivi alle dimissioni - fino a 127mila euro, a quanto pare - per operai, tecnici e impiegati.

"Si prosegue nell’azione di svuotamento degli stabilimenti Stellantis, un pessimo segnale se consideriamo che queste uscite non sono compensate con l'assunzione di giovani, che darebbero un'importante prospettiva per il futuro" dichiarano in una nota congiunta Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità e Maurizio Oreggia, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil.

"Un’altra procedura di esodi incentivati proprio nel corso del confronto con il MIMIT nell’ambito del tavolo automotive, fortemente voluto dalla Fiom-Cgil per affrontare la questione di un intero settore che, nelle difficoltà determinate dalla transizione all’elettrico, sta attraversando una profonda crisi in particolare dovuta alle scelte strategiche di Stellantis nel nostro Paese, contraddistinte da scarsi investimenti, incertezze per il futuro delle produzioni, e una continua riduzione dell'organico attraverso un ingente utilizzo di risorse economiche, ottenute sulle pelle dei lavoratori, molti dei quali, in cassa integrazione o impegnati in trasferte di centinaia di chilometri", proseguono. "Come Fiom-Cgil non condividiamo questo percorso ed evidentemente non siamo disponibili a firmare l'accordo sindacale" sottolineano ricordando lo sciopero unitario del 12 aprile.

"Nelle scorse settimane abbiamo chiesto, unitariamente, alla Presidente del Consiglio di convocare un incontro a Palazzo Chigi con l’AD di Stellantis Tavares. Il futuro non lo si costruisce con gli incentivi all’esodo, bensì con il confronto per garantire stabilimenti, nuovi modelli, ricerca e sviluppo e rigenerazione dell'occupazione", concludono Lodi e Oreggia.

Pochi minuti fa Stellantis ha comunicato la firma con le organizzazioni sindacali (esclusa la Fiom, quindi) di un "accordo quadro che definisce le modalità di individuazione e i trattamenti economici previsti per i lavoratori interessati alla risoluzione del proprio rapporto di lavoro perché prossimi alla maturazione dei requisiti per usufruire di un trattamento pensionistico o che intendono intraprendere nuovi percorsi professionali". 

Viene specificato che si tratterà di soluzioni "su base volontaria" e che l'individuazione dei trattamenti pensionistici o delle offerte di incentivi avverrà nelle prossime settimane.

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