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AUTOMOTIVE

Così Mirafiori muore in 7 anni: «Serve un nuovo modello»

Non basta l’annuncio dell’arrivo della produzione della Maserati Quattroporte. Tavares glissa sull’idrogeno

Tavolo Stellantis

Tavolo Stellantis

Tornano a casa con poche certezze e tante suggestioni i piemontesi in missione a Roma per discutere del futuro di Mirafiori. In testa riecheggiano ancora le parole di Davide Mele, responsabile Corporate Affairs per il gruppo Stellantis. «Tutti i modelli attualmente in produzione e quelli futuri saranno 100% disegnati, sviluppati e prodotti in Italia». E Mirafiori? «Sarà tra i Plant protagonisti di queste produzioni» assicura Mele e resuscita il progetto della Maserati Quattroporte (elettrica), la cui linea di produzione dovrebbe essere predisposta a partire dal prossimo giugno, proprio a Torino. Assieme alla nuova piattaforma per l’elettrificazione della Quattroporte Folgore, derivata dalla supercar elettrica del Tridente, e una “produzione a tre cifre” per la 500e.

Per la Uil - e non solo - si tratta di una pia illusione. «La futura Maserati Quattroporte elettrica partirà difatti fra molti anni; quanto alle altre recenti iniziative industriali, come la economia circolare o la fabbrica del cambio ibrido, sicuramente offrono nuove occasioni apprezzabili di lavoro, ma da sole non sono sufficienti ad un rilancio di Torino». In altre parole, le rassicurazioni di Mele non hanno fatto breccia. Lui quanto meno al tavolo era presente, mentre l’amministratore delegato Carlos Tavares si è tenuto a debita distanza e, solo nel pomeriggio, ha commentato (per modo di dire) quanto stava accadendo. «La tecnologia a idrogeno verde, rispetto all’elettrico, è più veloce da ricaricare e più facile da imballare» spiega Tavares durante il Freedom of Mobility forum, mettendo a punto quella che a molti è sembrata una manovra diversiva in piena regola.



Nel frattempo i sindacati tornano a lanciare l’allarme: «Il rischio è che tra sette anni Mirafiori chiuda per consunzione in quanto tutti gli addetti saranno in pensione» avverte Edi Lazzi, segretario generale Fiom-Cgil di Torino. Una soluzione sotto gli occhi di tutti c’è, ed è quella di produrre un’auto che risponda alle esigenze del mercato italiano. E di realizzarla a Torino, ovviamente. Va in questa direzione l’appello del ministro Adolfo Urso a Stellantis: «Chiediamo che ci sia un modello di auto competitivo e rispondente alle esigenze del mercato interno, anche alla luce degli incentivi sulle auto che stimolano proprio il mercato interno». L’obiettivo, ha ribadito il ministro, è quello di produrre 200mila auto a Mirafiori in un anno e un milione in Italia. «Abbiamo ribadito che per Torino resta assolutamente necessaria la allocazione di una nuova vettura a larga produzione, possibilmente anche una vettura ibrida, perché il Full Electric stenta, almeno in questa fase, a imporsi sul mercato» sottolinea il segretario nazionale Uilm e responsabile del settore auto, Gianluca Ficco.
Durante l’incontro romano, il presidente della Regione Alberto Cirio insieme all’assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino e il sindaco Stefano Lo Russo hanno consegnato il documento condiviso frutto del confronto che si è svolto con le parti sindacali, le associazioni di categoria e la Camera di Commercio. Il documento ribadisce la necessità di un nuovo modello da produrre a Mirafiori, la centralità dell’indotto automotive piemontese e l’esigenza che Torino e il Piemonte mantengano il cervello della ricerca e della progettazione del gruppo, forti delle competenze d’eccellenza di tutta la filiera.

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