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Economia & Politica

Fondazione Crt, stop alla vigna da 20 milioni di Palenzona. Così il cda vuole evitare il commissario?

La "vendetta" dei consiglieri sotto inchiesta del Mef. Bloccati anche gli investimenti nella Banca del Fucino

Crisi alla Fondazione CRT: Congelati Investimenti in Enosis e Banca del Fucino

Nel cuore del potere di Torino e di buona parte del Piemonte, la Fondazione CRT continua a navigare in acque agitate: dopo aver comunicato urbi et orbi il "clima di profonda serenità" con cui si è svolto il recente consiglio d'indirizzo, adesso si scopre che in realtà i consiglieri, messi sotto "inchiesta" per così dire dal ministero dell'Economia, si vendicano delle decisioni contestate dell'ormai presidente Fabrizio Palenzona: quello nella vigna nell'alessandrino e quello in un'altra banca. Investimenti su cui già erano stati mossi rilievi pesanti e in qualche modo al centro dello scandalo del presunto patto occulto. Ma cosa ha spinto il Consiglio di amministrazione a questa svolta?



Fabrizio Palenzona, ex presidente della Fondazione CRT, aveva annunciato con grande entusiasmo l'ingresso dell'ente nel capitale di Enosis, il centro di ricerca guidato dall'enologo Donato Lanati a Fubine. L'investimento, che ammontava a 20 milioni di euro, era stato presentato come una mossa strategica per promuovere lo sviluppo dell'enologia nel Monferrato. Tuttavia, il progetto, descritto da alcuni come una trasformazione del vino in denaro, ha suscitato dubbi sulla sua congruità finanziaria, con stime che valutavano Enosis intorno ai 12 milioni di euro, ben al di sotto dell'investimento previsto.

Parallelamente, il Cda ha messo in pausa anche l'acquisizione dello 0,7% dell'azionariato della Banca del Fucino, un investimento di 2 milioni di euro voluto fortemente da Palenzona. Anche in questo caso, le motivazioni dietro la decisione non erano chiare, alimentando ulteriori interrogativi sulla gestione delle risorse della fondazione, che dovrebbero essere orientate a fini filantropici. D'altra parte i consiglieri, anche quelli estranei al cosiddetto patto occulto che aveva portato, nell'ordine, al siluramento del consigliere ribelle, alle dimissioni del segretario generale Andrea Varese, a quelle di Fabrizio Palenzona, agli esposti alla Procura di Torino e a quella di Roma, infine all'indagine del Mef che chiede di avere tutte le carte delle varie riunioni.



La decisione di congelare questi investimenti è stata presa in un momento di transizione per la Fondazione CRT, attualmente priva di un presidente e in attesa, forse, di un commissario inviato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze. "Nessuno vuole il commissariamento" ha dichiarato, l'altro giorno, il presidente ad interim Maurizio Irrera. E quindi, dopo aver cercato di dare un'immagine di ristabilita serenità nella governance - con la cooptazione del consigliere mancante, Patrizia Polliotto, e la nomina di un rappresentante in Cassa Depositi e Prestiti -, il cda ha preferito congelare tutto. Da un lato, garantendo una migliore valutazione dell'opportunità di muovere somme di questo rilievo; dall'altro disconoscendo in toto la gestione di Palenzona. Sperando basti a evitare il commissariamento.

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