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Dietro l'annuncio di Tavares
15 Maggio 2024 - 05:50
E alla fine Stellantis avrà la sua utilitaria elettrica low cost, ma sarà cinese. Anche se, stando ad alcune voci raccolte, potrebbe avere il marchio Fiat. E non ci sarà solo la "500 cinese", ma almeno altri due Suv.
L’annuncio, di cui vi avevamo anticipato il contenuto noi di TorinoCronaca, è arrivato ieri mattina (e subito il titolo in Borsa ha fatto un balzo in avanti, tornando a superare quota 21 euro) da Hangzhou, in Cina, sede della Leapmotor, il produttore socio di Stellantis. Un socio per cui il Gruppo franco-italiano ha investito 1,5 miliardi di dollari, arrivando al 21% del capitale, e soprattutto creando la joint venture Leapmotor International di cui ha il controllo con il 51%. Da settembre, i veicoli elettrici del produttore cinese arriveranno in nove Paesi europei: in Italia, ma anche in Belgio, Francia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Romania, Spagna e Portogallo. E successivamente andranno anche in Sudamerica, Middle East-Africa e Asia-Pacific. Stellantis metterà a disposizione dei veicoli Leapmotor una rete di duecento punti di distribuzione, compresi quelli Stellantis&You.
«Ora possiamo competere con i brand cinesi. Saremo presto in grado di offrire ai nostri clienti veicoli elettrici dal prezzo competitivo e tecnologicamente all’avanguardia, capaci di superare le aspettative» ha detto Tavares, ieri mattina. E l’allarme sull’invasione cinese, tante volte lanciato proprio da lui? «In questo anno, il 10% delle auto in Europa sarà cinese. È un progresso che non si può fermare». Meglio guadagnarci, quindi.
Ciò che colpisce è che anche dal fronte sindacale si saluti positivamente questa svolta. Anzi, in tanti chiedono che, come avevamo scritto, le Leapmotor possano essere prodotte a Mirafiori. Perché la commercializzazione è solo una tappa: con i pesanti dazi dell’Europa in arrivo - ma se ne parlerà dopo le elezioni -, non sarebbe più conveniente produrre qui? In ballo c’è, da tempo, lo stabilimento di Tychy in Polonia, ma voci insistenti hanno riportato in auge anche Mirafiori (in primo luogo per la somiglianza della piccola T03 con la 500e, alla quale anzi farebbe comodo la piattaforma su cui è realizzata). Sulla produzione Tavares ha detto che verranno «comparati i due scenari. Se avrà più senso assemblare localmente, selezioneremo gli impianti migliori. I due criteri per decidere saranno qualità e costi. È sempre stato così e non abbiamo intenzione di cambiare: prima la qualità, e se la qualità è al suo migliore livello allora guardiamo al miglior costo per proteggere la convenienza economica».
Attenzione ai termini usati: assemblare. Perché la logica cinese è di spedire in Europa dei kit di preassemblaggio, dopo di che le auto prenderanno forma qui, magari con dei minimi interventi stilistici, di sicuro sul fronte delle dotazioni di sicurezza (sia la T03 sia il suv C10 devono ancora ottenere l’omologazione sui nostri mercati). In questo modo risulterebbero made in Europa, dunque scansando i dazi in arrivo.
A questo punto ci si chiede se effettivamente Leapmotor diverrà il quindicesimo marchio di Stellantis o se, in alcuni ambiti, le vetture saranno rimarchiate. I precedenti non mancano: da quando Seat faceva il lifting alla Fiat 127 e alla Ritmo, a quando Marchionne mise i marchi Fiat e Lancia su un Dodge e due Chrysler (con risultati terrificanti, soprattutto pensando che una di queste fu ribattezzata Thema). E al di là delle due vetture già note, nella road map di produzione ci sono - per il 2025 - un Suv e un’altra city car.
Escluso che i francesi accettino di mettere il leone di Peugeot o il double chevron di Citroen sulle auto cinesi. Saranno più elastici sul fronte italiano? Per il momento Mirafiori (dove la produzione è ferma) aspetta. Fonti interne al Gruppo, pur senza escludere l’assemblaggio della T03, lasciano intendere che i piani per Mirafiori sono altri. E intanto, entro la fine del mese, Stellantis svelerà nuovi particolari sul GrEEn Campus e i lavori per il rifacimento della storica palazzina di corso Agnelli.
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