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Il caso
24 Giugno 2024 - 05:40
Immagine di Francesco Scatena
Solo qualche giorno fa la premier Giorgia Meloni li ha definiti «soldi tolti ai malati per darli a dei truffatori», per un totale di 17 miliardi «gettati dalla finestra». Sono i crediti del Superbonus 110% che, a livello nazionale, si sono rivelati truffe ai danni dello Stato (secondo i dati di fine aprile). E Torino non fa eccezione, visto che la Procura parla di «raffica di denunce» arrivate negli ultimi mesi.
Ora una parte di queste denunce si stanno trasformando in inchieste penali a carico di imprese e amministratori, che ora rischiano di finire a processo con l'accusa di aver truffato lo Stato. E quindi di aver sottratto soldi pubblici che potevano essere utilizzati per altro, come sottolineato ancora dalla presidente del Consiglio: «Se avessi avuto quei 17 miliardi di truffe
stimate ad oggi, volentieri le avrei messe sulla sanità - considera Meloni - Purtroppo sono state gettate per darle a gente che voleva truffare lo Stato».
L’ultimo esempio torinese esempio riguarda proprio una coppia di amministratori, indagati per truffa e perquisiti nelle scorse settimane per una serie di cantieri avviati fra Torino, Collegno e Venaria Reale. L’inchiesta, affidata alla Guardia di Finanza e coordinata dal pubblico ministero Giovanni Caspani, riguarda lavori “gonfiati” in modo da ottenere un maggiore credito con le banche: in un caso è capitato che un intervento da 9mila euro sia lievitato a 90mila, dieci volte tanto. Per i condomini, che ora stano tutti facendo querela, non cambia nulla nel concreto. La differenza è per lo Stato, che si ritrova poi a rimborsare più del dovuto e ad arricchire gli autori del “giochetto”. Che, a quanto pare, si è ripetuto più volte e ha portato a un’ipotesi di illecito vicina ai 3 milioni di euro.
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