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Il caso

Superbonus, raffica di denunce in Procura. Indagata una coppia di amministratori

La "esplosione" di cantieri si sta trasformando in una valanga di inchieste penali

Superbonus, raffica di denunce in Procura. Indagata una coppia di amministratori

Immagine di Francesco Scatena

Solo qualche giorno fa la premier Giorgia Meloni li ha definiti «soldi tolti ai malati per darli a dei truffatori», per un totale di 17 miliardi «gettati dalla finestra». Sono i crediti del Superbonus 110% che, a livello nazionale, si sono rivelati truffe ai danni dello Stato (secondo i dati di fine aprile). E Torino non fa eccezione, visto che la Procura parla di «raffica di denunce» arrivate negli ultimi mesi

Ora una parte di queste denunce si stanno trasformando in inchieste penali a carico di imprese e amministratori, che ora rischiano di finire a processo con l'accusa di aver truffato lo Stato. E quindi di aver sottratto soldi pubblici che potevano essere utilizzati per altro, come sottolineato ancora dalla presidente del Consiglio: «Se avessi avuto quei 17 miliardi di truffe
stimate ad oggi, volentieri le avrei messe sulla sanità - considera Meloni - Purtroppo sono state gettate per darle a gente che voleva truffare lo Stato».

L’ultimo esempio torinese esempio riguarda proprio una coppia di amministratori, indagati per truffa e perquisiti nelle scorse settimane per una serie di cantieri avviati fra Torino, Collegno e Venaria Reale. L’inchiesta, affidata alla Guardia di Finanza e coordinata dal pubblico ministero Giovanni Caspani, riguarda lavori “gonfiati” in modo da ottenere un maggiore credito con le banche: in un caso è capitato che un intervento da 9mila euro sia lievitato a 90mila, dieci volte tanto. Per i condomini, che ora stano tutti facendo querela, non cambia nulla nel concreto. La differenza è per lo Stato, che si ritrova poi a rimborsare più del dovuto e ad arricchire gli autori del “giochetto”. Che, a quanto pare, si è ripetuto più volte e ha portato a un’ipotesi di illecito vicina ai 3 milioni di euro.

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