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Salute & Business
30 Giugno 2024 - 08:20
Quanto arriverà a pesare il business della sanità nel prossimo futuro? Quanto varieranno le strategie finanziarie dei grandi Gruppi? Ricerca hitech, sviluppo con intelligenza artificiale, sperimentazioni per le malattie rare, strutture e sanità d'eccellenza (e magari per poco). In Italia Exor è certo il soggetto che, nel momento recente, ha mostrato la diversificazione più sorprendente, una strategia slegata dagli obiettivi del mondo automotive di Stellantis (dove pure l'aspetto della ricerca e dell'innovazione non è slegabile da motoristica e produzione). La finanza sta cambiando e modelli abituali - come gruppi di cliniche o rsa o ospedali privati, modelli vecchi di business - stanno lasciando il posto ad altri con strategie differenti. Vediamo un paio di esempi e scopriamo perché.
In un Paese che invecchia velocemente, come l'Italia, e in cui la sanità pubblica - pure d'eccellenza - fa sempre più fatica, non può non essere sottolineato quanto emerso, pochi giorni fa, dalla relazione della Corte dei Conti: servono investimenti. Che se il pubblico settore declina in ottica di assistenza, la sanità privata, soprattutto nella sua declinazione dell’assistenza di qualità o del biotech, è sempre più il business del momento. E manovre e investimenti stanno scuotendo gli ambienti finanziari italiani, da John Elkann ai De Benedetti.
L’operazione più recente è quella di Exor, la holding di John Elkann che controlla anche Stellantis. Dopo aver rilevato, nel 2023, il 15% della multinazionale Philips, ora Exor ha aumentato la propria quota di primo azionista raggiungendo il 17,51% per un valore di 3,5 miliardi di euro, con oltre 481 milioni investiti nell’acquisto di azioni soltanto a giugno.
Il Gruppo intende aumentare ancora la presenza in Philips, fino al 20%, andando a diversificare l’offerta sempre più in direzione del biotech, delle cure innovative, dell’integrazione con l’intelligenza artificiale e nell’assistenza e cure mediche a livello luxury.
«Il settore della salute è cruciale e ne siamo diventati molto più consapevoli dopo quello che abbiamo vissuto durante la pandemia: cioè di quanto siamo fragili come esseri umani e di come le terapie mediche siano così importanti per aiutarci in futuro - ha detto John Elkann nei giorni scorsi, in riferimento alle strategie di Exor -. Soprattutto se si considera l’aumento delle spese per un’assistenza sanitaria adeguata, riteniamo che questi problemi richiedano soluzioni».
Exor aveva già investito, oltre che in settori di ricerca e sviluppo, tramite Exor Ventures o la holding personale di John Elkann Lingotto, anche 800 milioni di euro nel gruppo sanitario francese privato Institut Merieux. Quanto a Philips, alle prese con lo spinoso caso dei respiratori che aveva portato a una causa negli Usa, e a perdite secche per oltre un miliardo da cui era disceso il licenziamento di 6mila persone, nel corso di questi mesi ha ricominciato una corsa più che positiva: un titolo che, sull'arco delle 52 settimane, alla Borsa di Amsterdam veleggiava sui 15 euro, ora è indicato attorno a 23,6, con una capitalizzazione sui 23 miliardi. Ad aprile, periodo della chiusura della controversia che vi dicevamo, il titolo ha guadagnato il 30%. E la sola quota di Exor/Elkann ha aumentato il suo valore di un miliardo.
L’altro fronte finanziario di questi giorni riguarda invece la holding Cir dei Rodolfo, Marco ed Edoardo De Benedetti, i tre figli dell’ingegnere Carlo. La holding controlla il gruppo Kos, attivo nel settore delle cliniche di lusso. I De Benedetti intendono rilevare la quota dell’azionista Fi2, che l’ha messa in vendita per un valore stimato di circa 2 miliardi di euro. Rafforzata così la propria presenza in società, inizierebbe un piano per virare dall’attuale situazione al business totale delle residenze private (e case di cura) per anziani, business che si sta dimostrando in solida crescita: l’anno scorso, il gruppo ha visto un aumento dei ricavi di oltre 741 milioni di euro. E consideriamo che il business della sanità privata in Italia, nel periodo ancora a cavallo della pandemia, era stato stimato in circa 8,8 miliardi di euro di valore. Chiusa l’emergenza pandemica, gli analisti hanno riscontrato una crescita del 15% su base annua.
Per comprendere l’importanza strategica delle manovre in atto, basti ricordare la lettera gli azionisti, di qualche tempo fa, dello stesso John Elkann, che quantificava in quattro miliardi di euro l’investimento nel solo settore sanitario, dalle quote in Philips appunto alle operazioni di finanziamento da parte della Exor Ventures.
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