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Falsa beneficenza

Senza vergogna: Chiara Ferragni paga altri 1,2 milioni ma dice che è una donazione. Ecco cosa rischia adesso

Dopo il pandoro, raggiunto l'accordo con l'Antitrust per le uova pasquali. Nell'inchiesta per truffa l'ex manager pronto a parlare

Chiara Ferragni e il Caso Pandoro: Una Multa Milionaria per Chiusura della Controversia

Credeva bastasse pagare per evitare guai, invece... Chiara Ferragni aveva deciso di rinunciare a difendersi, almeno di fronte all'Antitrust, nel caso del Pandoro Balocco e della beneficenza natalizia contestata, preferendo pagare un milione di multa. Una decisione che nascondeva una ben precisa strategia di evitare ulteriori guai ma che non è bastata. E per la quale ora prova anche, pietosamente, a salvare la faccia. Ricostruiamo nel dettaglio e vediamo anche per quale motivo, in realtà, la vicenda non è ancora terminata.

Mesi fa, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha contestato alle società Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l., che gestiscono i marchi e i diritti relativi alla personalità e all’identità personale di Chiara Ferragni, e all'impresa dolciaria cuneese Balocco S.p.A., di aver attuato una pratica commerciale scorretta. La vicenda ruota attorno alla commercializzazione di un pandoro a edizione limitata, firmato dalla celebre influencer e imprenditrice digitale. Secondo l'AGCM, la pratica commerciale in questione avrebbe indotto i consumatori a credere che l'acquisto del pandoro avrebbe contribuito a una causa benefica, senza che vi fosse una chiara e trasparente comunicazione su come i fondi sarebbero stati utilizzati.

In realtà, l'importo destinato all'ospedale Regina Margherita di Torino era già stato versato mesi prima e ammontava a poco più di 50mila euro. Anche questo ha portato l'Autorità a intervenire, imponendo una sanzione significativa, all'incirca un milione di euro appunto, corrispondente pare al cachet incassato dalla Ferragni per prestare la sua immagine.

Dopo aver annunciato ricorso, ora Chiara Ferragni, attraverso i suoi legali, ha deciso di non procedere con il ricorso contro la multa. Nelle intenzioni era un tentativo di accordo con l'Antitrust per evitare una nuova, più pesante sanzione, sul caso delle uova pasquali Dolci Preziosi, dove sarebbe stato messo in atto il medesimo meccanismo, con poche decine di migliaia di euro destinate all'associazione Bambini delle Fate. Risultato: altri 1,2 milioni di euro da pagare.

Lei sui social tenta la mossa di far passare come una sua azione riparativa: "Non è una sanzione, ma una donazione. Sul caso uova di Pasqua l’Antitrust - spiega - ha accolto gli impegni su cui Tbs crew Fenice hanno lavorato negli ultimi mesi: il primo impegno consiste in un contributo economico volontario che è una donazione, e non una sanzione, per un minimo di complessivi 1 milione e 200mila euro in favore dell’impresa sociale I bambini delle fate"

Invece poco fa è arrivata la notizia che Ferragni dovrà pagare ancora 1,2 milioni per le uova pasquali. Lo comunica l'antitrust.

Ma la vicenda non è finita. Ferragni è ancora indagata per truffa aggravata dalla Procura di Milano, che sta mettendo insieme oltre al Pandoro Balocco anche Giochi Preziosi e altre campagne dell'influencer. Inoltre, ha dato le dimissioni l'ormai ex manager Fabio Maria Amato, certo ben poco desideroso di passare come il responsabile della conduzione di quella campagna in una maniera su cui neppure la Balocco era d'accordo. "Io ero un dipendente, decideva Chiara" ha detto tempo fa. Dunque, cosa potrebbe dichiarare in tribunale? Di certo anche lui è indagato e il processo - cui si somma una class action avviata dal Codacons - potrebbe avere conseguenze devastanti per l'ex star dei social. Per la truffa aggravata la pena va da uno a cinque anni di reclusione.

Infine, cosa non di poco conto - al di là del divorzio imminente dal rapper Fedez e l'altrettanto imminente chiusura del suo store-simbolo travolto dalla crisi -, Chiara Ferragni si era rivolta ad agenzie e specialisti nella ricostruzione della reputazione (anche digitale) di personaggi e imprese, quelli di Communty per esempio: che però, di fronte al rifiuto dell'influencer di accettare la loro strategia, hanno preferito rimettere il mandato. All'ex influencer dei miracoli, ormai travolta da fuga di follower e sponsor - rimossa anche dal cda di Tods dove peraltro era regolarmente assente -, resta solo la storia d'amore con il medico Andrea Bisciotti.

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